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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Pieve di Soligo

Omicidio Armellin, il killer in aula: «Non so perché l'ho fatto, sono pentito e chiedo scusa»

Mohamed Boumarouan, assassino reo confesso di Adriano Armelin, l'83enne di Pieve di Soligo trucidato all'interno della sua casa di via Schieratti, lo ha detto oggi 29 gennaio nel corso dell'udienza in cui deve rispondere di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dal tentativo di rapina. La sentenza è attesa per il prossimo 19 febbraio prossimo

«Non so perché l'ho fatto, sono veramente pentito e chiedo scusa». Mohamed Boumarouan, assassino reo confesso di Adriano Armelin, l'83enne di Pieve di Soligo trucidato all'interno della sua casa di via Schieratti, lo ha ripetuto oggi 29 gennaio nella penultima udienza del processo in cui deve rispondere di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dal tentativo di rapina. La sentenza verrà pronunciata quasi certamente il prossimo 19 febbraio prossimo.

Bouraman, che lo scorso 6 novembre aveva fatto domanda (respinta dal giudice) di essere ammesso al percorso di "giustizia riparativa" istituto dalla riforma Cartabia, ha rilasciato spontanee dichiarazioni. «Non volevo né rapinarlo né tanto meno ucciderlo - ha detto il 36enne marocchino - non so che cosa mi sia scattato, forse è tutta colpa della droga. Sono veramente pentito, chiedo scusa a tutti quelli a cui ho fatto del male e causato sofferenza».

Il 25 marzo del 2022 il marocchino, ubriaco e strafatto di cocaina come rileveranno le analisi del sangue, uccise Armelin la cui unica colpa era stata, forse, quella di aver aiutato economicamente altre volte lo straniero. Era entrato nell'abitazione del'83enne tra le 18 alle 19.45, intrufolandosi nell'ex officina di elettrauto annessa alla casa e ora dismessa per frugare nel locale e forse anche all'interno della vecchia auto Volkswagen Polo di Armelin, trovata con il baule aperto. I rumori però avrebbero insospettito l'anziano che aveva disceso le scale sorprendendo il ladro all'ingresso. A questo punto il 36enne il killer avrebbe discusso animatamente con la vittima, che alla fine viene legata mani e piedi con una corda. Poi gli avrebbe sferrato una serie di colpi alla testa, al torace e all'addome. Quelli al capo risulteranno fatali, tanto che il cranio risulterà fracassato. Armelin morirà la mattina seguente in un letto del Ca' Foncello di Treviso.

I rilievi dei carabinieri di Vittorio Veneto avrebbero appurato che Bouraman, una volta tornato nella casa di via Schiratti, avrebbe colpito l'anziano, già a terra e agonizzante in un lago di sangue, con dei calci che l'avrebbero raggiunto al costato e alle gambe. La prova starebbe nelle scarpe, delle "snickers" bianche rubate in un supermercato dopo aver aggredito l'anziano una prima volta, che gli esami avrebbero rivelato essere coperte di sangue. Il marocchino sarebbe entrato nell'abitazione di Armellin dal piano terra, occupato dalla officina dismessa, attraverso una porta trovata aperta.

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