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Cucina

Dolce Carnevale: ricetta e storia dei crostoli veneti

Crostoli, chiacchiere, frappe, bugie, cenci o galani: chiamateli come volete ma divertitevi a prepararli

Le Chiacchiere di Carnevale, le golose sfoglie fritte spolverate di zucchero a velo, sono il Dolce di Carnevale per eccellenza insieme alle Castagnole! Che a seconda della regione italiana in cui vengono preparate, assumono nomi diversi: Frappe a Roma , Bugie in Piemonte, Crostoli o Galani in Veneto, in Toscana diventano i Cenci. Ormai sono tante le ricette che si trovano in giro sulle bugie, c'è chi le fa a forma di nodini o fiocchetti o chi addirittura ha deciso di farle ripiene, come se fosse un fagottino che al suo interno custodisce qualcosa di prezioso!

Storia dei crostoli

C’è chi ne fa risalire l’origine alla regina Margherita di Savoia, che chiese al cuoco di corte Raffaele Esposito, lo stesso della pizza Margherita, di fare un dolce per accompagnare le chiacchiere che stava scambiando coi suoi ospiti, da cui il nome.

Gli storici invece hanno trovato radici ben più antiche. I romani, infatti, usavano cuocere dei dolci a base di farina e uova che friggevano nel grasso di maiale. Questi frictilia, economici e rapidi da preparare, venivano distribuiti in grandi quantità alla folla che si riversava per le strade durante il carnevale romano.

Il vocabolo crostolo deriva dal latino crusta, che indicava una sorta di biscottino (e nel crostolo i venditori ambulanti un tempo mettevano il gelato prima che fosse inventato il cono). Ad esempio, a Venezia, vengono chiamati “Galani” mentre nella terraferma prendono il nome di “Crostoli” ma l’impasto non cambia. L’unica differenza consiste nello spessore: i galani infatti sono più sottili rispetto ai crostoli.

Ricetta dei crostoli veneti

Pensate che solo in Veneto il nome cambia in base alla località: crostoli nel trevigiano, galani nel veneziano ma anche frappe e sossole a Verona. Si preparano con un impasto a base di uova, farina, zucchero, strutto o burro e grappa e, da questo, si ricava una sfoglia gonfia, che viene tagliata a rettangoli e fritta in olio bollente.

Ingredienti per 4 persone 

 farina 500g
 tuorli 5
 zucchero 90g
 burro 25g
 vanillina 1 bustina
 grappa bianca 2 cucchiai
 olio per friggere (meglio se di arachidi) 1 litro
 zucchero a velo qb
 sale un pizzico
 limone grattato 1

Procedimento

1.    Fate fondere il burro in un pentolino.
2.    Versate la farina sulla spianatoia, ammucchiatela, fate un buco nel mezzo e versatevi le uova, la grappa, il burro fuso, lo zucchero, la vanillina, la buccia di limone grattata, un pizzico di sale. Amalgamate sino a ottenere un composto omogeneo.
3.    Formate con la pasta una palla, avvolgetela con la pellicola alimentare e lasciatela riposare per circa 1 ora.
4.    Trascorso questo tempo, con l’aiuto di un matterello o dell’apposita macchinetta, stendete una sfoglia sottile e ritagliatela con la rotella in rettangoli irregolari.
5.    Versate l’olio in una padella dai bordi alti, fatelo riscaldare; quando è caldo tuffatevi i crostoli e fateli friggere fino a che risulteranno dorati e avranno formato in superficie alcune bollicine (tipiche dei crostoli).
6.    Prelevate i crostoli con una schiumarola, sgocciolateli, sistemateli su un foglio di carta assorbente per far loro perdere il grasso in eccesso.
7.    Spolverate i crostoli abbondantemente con lo zucchero a velo e serviteli caldi o freddi.

Note / consigli:  se il composto risulta troppo denso, aggiungere 1 bicchiere di vino bianco, se frizzante anche meglio (consiglio il prosecco).

Si servono con zucchero a velo. Possono essere ricoperti da miele, cacao, o anche annaffiati da alchermes (liquore italiano utilizzato soprattutto per la bagna dei dolci, dal colore rosso è considerato elisir di lunga vita) o serviti accompagnati da cioccolato fondente.

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