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Economia

Si abbassano le serrande nei centri: nel 2012 chiuse oltre 1800 attività

Confesercenti stima che abbiano chiuso in media 20 attività per ogni comune della Marca trevigiana. Oltre alla crisi, secondo i sindacati, ha inciso anche la liberalizzazione delle aperture, a solo vantaggio della grande distribuzione

Il centro si svuota, non solo a Treviso. Nel 2012, secondo le stime di Confesercenti, hanno chiuso in media 20 attività commerciali per ogni comune della Marca trevigiana.

Una moria, denunciano le associazioni e i sindacati del settore, legata non sono alla crisi e al caro affitti ma anche alla liberalizzazione degli orari di apertura dei negozi, a tutto vantaggio delle grandi catene.

Il saldo tra nuove aperture e chiusure in provincia di Treviso, quest'anno è decisamente negativo: per 1.051 nuove attività avviate, 1.861 sono cessate, contro il saldo a meno 300 del 2011.

In una conferenza stampa di ieri mattina, Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil, Confesercenti e Cei, sostenitori della campagna "Libera la domenica", hanno puntato il dito contro le aperture selvagge che, lungi dallo stimolare i consumi, stanno mandando in rovina i piccoli negozi dei centri.

Il rischio, denunciano le associazioni, è che i centri si svuotino, creando un monopolio dei prezzi da parte della grande distribuzione che, a differenza dei piccoli commercianti, può permettersi di tenere aperto anche durante le festività senza eccessivi costi aggiuntivi.

"Quello degli orari liberalizzati rischia di travolgere, come sta facendo, l'intera realtà commerciale della Marca - denuncia Confesercenti - con effetti pesanti in un territorio già con un'alta concentrazione di centri commerciali e che soffre del progressivo svuotamento dei centri storici".

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