2 novembre, il giorno dei morti
Un tempo era giorno di festa, una giornata dedicata ai defunti, al loro ricordo, alle nostre preghiere di suffragio o, per i non credenti, ad un pensiero silente davanti alle tombe luminose di fiori: crisantemi d'ogni foggia e colore ma anche rose incredibilmente in fioritura complici le strane temperature di quest'autunno e ciclamini raccolti in gruppetti come angeli, profumati messaggeri dell'aldilà per noi che li sistemiamo accanto alle fotoceramiche dei nostri cari. Il 2 novembre è, oggidì, un giorno lavorativo come tanti altri altri ma un momento per quelli che "sono andati avanti", per dirla all'alpina, lo si trova comunque a giudicare dall'affluenza ai camposanti. C'è stato un tempo, breve, in cui il silenzio dei luoghi era interrotto dal gracchiare di ammennicoli a batteria, posti sopra le tombe, che ripetevano allo sfinimento, nostro, dei jingles penosi assai. La moda è tramontata e quel momento di colloquio muto tra noi ed i nostri cari è tornato pienamente percepibile: sembra proprio, come disse sant'Agostino, che non siano affatto degli assenti ma solo degli invisibili che coi loro occhi splendenti di gloria fissano i nostri ricolmi di lacrime. Il pianeta gronda quotidianamente sangue, ecco perchè forse il 2 novembre è stato cancellato, in ogni anfratto, dalla rena delle coste dove s'infrangono le onde del mare intrise delle ultime grida dei disperati che hanno abbracciato mentre,fuggendo da fame e guerre, cercavano una speranza di vita, ai cunicoli devastati da bombe assassine divenuti, invece che rifugi, tombe della follia umana, al crepitio di armi che falciano senza ritegno alcuno vite innocenti e, per la precisione mortale, vengono addirittura chiamate "intelligenti". Qualcuno scrisse che la guerra è la prosecuzione della politica con altri mezzi: balla colossale! La guerra porta solo morte ed è il fallimento dell'uomo come essere raziocinante perchè alla coscienza ed alla ragione ha preferito la sua parte di belluina ferocia, più appagante nell'immediato ma squallidamente fallimentare. Ogni tomba, sia essa in luogo consacrato sia invece là dove la vita umana è stata vilipesa, avrà un fiore in questo giorno messo da mani anonime o sbocciato sponte sua per ricordare ai superbi d'ogni risma che " pulvis es et in pulverem reverteris".
Vittore Trabucco