Treviso-Ostiglia, ultimo miglio: un Natale d'arte e ricordi
Quanti di noi, specialmente chi ha varcato da un po' la soglia del mezzo secolo di vita, prendeva per tempo il pacchettino di cartoline natalizie ed i francobolli corrispondenti per scrivere, quadernino degli indirizzi aperto, gli auguri di Buon Natale per i parenti e gli amici? Praticamente tutti e, se ancora alle prime armi colla scrittura, aiutati da mamma e papà.
Era un rito che si ripeteva, pari pari, anche a Pasqua. La cartolina era il facebook ed il tik- tok dell'epoca e, va detto, più intima, coinvolgente ed appagante per chi la vergava e per chi, magari all'altro capo del mondo, la riceveva. Di tutto questo narra la piccola, suggestiva mostra allestita al vecchio capitello dell'Ultimo Miglio in contrada Moncia, a San Giuseppe di Treviso, dove sono stati posti 2 grandi banner, uno lungo la ciclopedonale ed uno a fianco dell'edicola votiva. Qui fa da presepio riproducendo proprio una vecchia cartolina dipinta da Antonio Collino ,pittore ed illustratore che tra gli anni 20 e 40 del secolo scorso lavorò moltissimo realizzando “santini” e cartoline augurali per diverse case editrici milanesi quali la Egim e la AR Ambrosiana . E proprio di questo artista molti avranno ricordo dei quadri votivi raffiguranti la Sacra Famiglia appesi come capoletto nelle camere delle nostre case. La prima cartolina augurale popolare fu creata nel 1870 da un litografo inglese, John S. Day ma chi realizzò il primo biglietto di Natale standardizzato fu sir Henry Cole, scrittore, giornalista ed editore che chiese all'amico artista John Horsley, membro della Royal Academy di realizzare un 'immagine che racchiudesse il senso del Natale.Horsley realizzò una cartolina dal color seppia scuro dipinta a mano di forma rettangolare con uno spazio libero in alto per il destinatario ed uno in basso per il nome del mittente. Il successo fu travolgente e..mondiale. La mostra ne ripercorre le tappe sino ai nostri giorni proponendo le opere di artisti come Carla Ruffinelli, celeberrima illustratrice di libri per l'infanzia , Sergio Bonelli, il papà di Tex Willer e di tanti altri che si sono cimentati in questo “lavoro” che per molti era la primaria fonte di reddito. Un'invito alla visita per un tuffo nel nostro recente passato che suscita un po' di malinconia per quanto abbiamo perduto e che val la pena non dimenticare.
Vittore Trabucco