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A luglio 40 migranti arrivati alla Serena, Conte: «Ogni sindaco dovrà fare la propria parte»

L'Hub di Treviso ospita attualmente 520 profughi ed è vicino al collasso: il presidente Anci rilancia l'idea dell'accoglienza diffusa e incassa i complimento dell'artista Giulio Casale, mai tenero in passato con le Lega: «Abbraccio simbolicamente il sindaco leghista della mia città. Resta per me valida l'immagine dei Nordest Cowboys che da anni ho avuto modo di annunciare»

Nel mese di luglio sono stati 40 i nuovi ingressi di migranti alla caserma Serena, uno dei due Hub della Marca, arrivato ad ospitare 520 stranieri e dunque giunto al punto di saturazione. Vista la precaria situazione dell'ex Zanusso di Oderzo, allo stesso modo arrivata al totale esaurimento dei posti disponibili, le prossime settimane, con la previsione di centinaia di sbarchi, la situazione rischia di diventare esplosiva. Ieri, 31 luglio, il sindaco di Treviso, Mario Conte, è tornato sul tema e oggi ha incassato un inatteso appoggio, quello dell'artista trevigiano Giulio Casale, in passato non certo tenero con la Lega. Conte, nella doppia veste di primo cittadino e presidente di Anci, ha sottolineato come sia ormai una necessità adottare l'accoglienza diffusa dei profughi e ha chiesto l'appoggio di Prefetture e sindaci della Marca. «Bisogna dire basta a questa accoglienza ormai sproporzionata all'interno della caserma Serena, non può essere più la soluzione» ha detto «io l'ho detto al Prefetto, l'ho detto a tutti i Prefetti, abbiamo cercato di trovare delle soluzioni alternative per evitare tendopoli e per evitare grandi centri di accoglienza, ora però aspettiamo risposte anche da parte del governo perchè la situazione inizia ad essere complicata. Io dico che alla caserma Serena non c'è più spazio, ma non perchè non c'è la volontà, non c'è proprio spazio per poter accogliere e quindi ognuno dovrà fare la propria parte». Quindi chi? «Noi abbiamo cercato di creare una cabina di regia dove si potesse trovare l'aiuto da parte di tutti per evitare situazioni come quelle di Bagnoli o di Cona, come quelle della caserma Serena che in passato hanno creato tanti disagi» continua Conte «io ricorso sempre che l'accoglienza deve essere accompagnata da una parola che si chiama dignità e non credo che mettere 500 persone all'interno dello stesso immobile con queste temperature sia un'accoglienza dignitosa. Oggi c'è una situazione di emergenza e la caserma Serena va bene ma non può essere la soluzione e quindi, fermo restando che dobbiamo lavorare per mettere la parola fine a questi sbarchi,è altrettanto vero che insieme ai Prefetti dobbiamo trovare soluzioni alternative che possano essere alternative ai grandi centri di accoglienza e limitare i disagi nei territori e per questo ogni sindaco vede fare la sua parte».

Zabai (Pd): «L’accoglienza diffusa è la formula giusta»

«Sulla Caserma Serena il PD la pensa come l’ha sempre pensata» commenta Marco Zabai, consigliere comunale del Partito Democratico «il sistema degli hub e delle tendopoli, con grandi gruppi concentrati, è un sistema fallimentare che non rispetta i diritti dei migranti e che crea tensioni con la popolazione. L’accoglienza diffusa, con piccoli gruppi distribuiti in base alla capacità di ogni comune, è la formula giusta e su questo non possiamo che essere felici che dopo anni di opposizione dura e ideologica anche parti della Lega ci siano arrivate, come il Sindaco Conte e il presidente Zaia. Spiace però notare come rimangano delle fortissime resistenze da chi invece comanda nel loro partito e nel centrodestra, basti guardare alle parole del Segretario Regionale Alberto Stefani e dei consiglieri regionali di Fratelli d’Italia, i quali hanno ribadito la loro netta contrarietà a qualsiasi tipo di accoglienza. Vogliamo dire chiaro che il modello che questi ultimi propongono è quello di Bagnoli, di Cona e proprio della Serena, e se vincerà la loro linea dovranno prendersi in pieno la responsabilità dei problemi di gestione che si creeranno nei nostri territori. La strada da percorrere, lo ribadiamo, è quella indicata da buoni esempi come quello della Famiglia Calò, simbolo dell’accoglienza domiciliare ed ispiratrice del progetto europeo  ‘6+6x6’ rivolto proprio ai comuni».

Giulio Casale: «La Lega sta cambiando, disposto ad un dibattito con Conte»

Accolgo con vero favore e sollievo le recenti dichiarazioni del Sindaco di Treviso, mia città natale, là dove indica come ormai non più rinviabile una politica di "accoglienza diffusa" volta alla gestione del fenomeno migratorio – moto storico in atto da decenni. A seguito di esse, abbraccio simbolicamente il Sindaco leghista della mia città. Resta per me valida l'immagine dei Nordest Cowboys che da anni ho avuto modo di annunciare. Soggiungo però timidamente, sospinto da un senso di semplice "umana dolcezza", un pensiero ulteriore: fuggevole, riflesso quasi involontario, data la mia attitudine. Sembra che la Lega stia cambiando posizione su una materia delicata e complessa. Se questo accadrà, sarà bello poter allora abbracciare insieme al Sindaco anche i giovani e dinamici dirigenti leghisti, diventati finalmente parte integrante di una comunità umana variegata e degnissima: la comunità umana a cui sta a cuore innanzitutto il Bene Comune, prima di ogni legittimo interesse particolare. I tempi sembrano del tutto maturi perché questo accada. Le posizioni di Luca Zaia, così come di Mario Conte, ne sono la prova.

Mi dichiaro sorridentemente disposto a un pubblico dibattito sui temi in oggetto (anche televisivo, se il Sindaco lo ritenesse opportuno). Da parte del sottoscritto non esistono né desiderio di contrapposizione ideologica, né avversione, né interesse politico di parte. Mi piacerebbe semmai contribuire (non ha certo bisogno del mio aiuto, Mario Conte, che è persona preparata, accorta e prudente) a far ritrovare la sintonia tra il Sindaco e il suo elettorato. Una sintonia che, vista da qui, sembra d'un tratto sul punto di spezzarsi, proprio in seguito alle sue recenti dichiarazioni. A disposizione dunque, mosso da vero affetto nei confronti della mia stessa Città, che mi permise di crescere e di studiare da uomo. Saluto con la presente i trevigiani (tutti quanti), e con loro anche l'istintivo e schietto orgoglio identitario che ogni giorno sorregge e sospinge i cittadini della Marca nelle fatiche e nelle gioie della vita: la trevigianità.

Giulio Casale

Calesso: «Sull’accoglienza diffusa si discuta in Consiglio comunale»

Nelle interviste pubblicate oggi il Sindaco Conte ribadisce di essere per l’accoglienza diffusa dei richiedenti asilo e conferma che ritiene vadano chiusi i grandi centri di accoglienza come quelli alle ex-caserme Serena e Zanusso. A me pare che sia arrivato il momento di portare questa posizione del Sindaco alla discussione e alla delibera del Consiglio Comunale, al più presto possibile. Mi sembra, infatti, che la questione sia di portata tale da richiedere che se ne occupi l’assemblea composta dai rappresentanti democraticamente eletti dai cittadini che potranno trasformare il dibattito pubblico che già si è svolto, le posizioni che sono emerse nelle forze politiche, nel sindacato e nell’associazionismo in argomenti di analisi e di soluzione della questione dell’accoglienza dei richiedenti asilo. Il dibattito e la deliberazione del Consiglio Comunale permetteranno ai cittadini di sapere quali sono le diverse posizioni in campo e quale è prevalente nell’assemblea cittadina, garantendo la chiarezza e la trasparenza di consiglieri e gruppi consiliari, di quelli che si sono già espressi pubblicamente in questi giorni come di quelli che non hanno ancora detto nulla. Se il Sindaco non fosse interessato a portare la questione in Consiglio Comunale, penso che potrebbero essere le opposizioni consiliari a valutare la possibilità di presentare una mozione da far discutere, appunto, in Consiglio Comunale per arrivare a una deliberazione proprio in materia di accoglienza diffusa dei rifugiati.

Gigi Calesso

Gigi Calesso - Coalizione Civica per Treviso

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