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Gli spari e poi le urla: «Aiuto, aiuto». Le indagini: le piste dei debiti e dello sgarro

La paura dei residenti per l'agguato in stile "Gomorra" avvenuto in via Tabacchi a Fossalta di Piave. Lo straniero stava raggiungendo la propria auto per andare al lavoro in una fabbrica di lampadari. Dall'ospedale notizie positive, il 37enne sarà dimesso tra qualche giorno

«Abbiamo sentito gli spari e poi urlare aiuto, aiuto. La moglie è scesa e lui si è buttato sulla ringhiera»: è la testimonianza diretta di una coppia di anziani, testimoni diretti dell'agguato in stile "Gomorra" avvenuto nella prima mattinata di oggi, 7 marzo, in via Tabacchi a Fossalta Maggiore, frazione di Chiarano. Il 37enne operaio kosovaro, rimasto ferito dalle due pistolettate esplose da due banditi, entrambi con il volto travisato dal casco, in sella ad uno scooter, si salverà: un colpo gli ha trapassato da parte a parte la coscia sinistra mentre un altro colpo si è conficcato nell'addome, su un fianco, ed è stata necessaria un'operazione chirurgica per intervenire per riparare i vasi sanguigni ed estrarre l'ogiva. K.H. era appena sceso di casa quando è scattato l'agguato: stava raggiungendo la sua auto, una vecchia Lancia Y, per raggiungere Noventa di Piave, dove lavora alla Lafert.

L'inchiesta per tentato omicidio, aperta della Procura di Treviso con il Procuratore della Repubblica Marco Martani, è coordinata dal pubblico ministero Giovanni Valmassoi e svolta dagli investigatori dell'Arma coordinati dal Ten. Col. Turrini e dal Maggiore Truglio, già brillantemente disimpegnatisi nelle drammatiche vicende degli omicidi Ceschin, Panfile e, più recentemente, Ballan e Bujar. Per ora non c'è una pista investigativa ben definita: si va da possibili debiti o dallo sgarro personale. E' certo che si tratti di una famiglia di onesti lavoratori, finita nel mirino di un agguato che gli investigatori hanno definito dalla "modalità preoccupante". 

L'auto dello straniero

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