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Domenica, 28 Aprile 2024

Un'ora di sesso con la squillo a 200 euro, scoperto giro di prostitute per clienti facoltosi

Indagine dei carabinieri del nucleo operativo dei carabinieri di Treviso. Arrestata una 35enne moldava che reclutava connazionali dal Paese d'origine e dalla Romania: book in abiti succinti e promozione sul web. Ragazze accompagnate a domicilio o in alberghi della provincia di Treviso e del veneziano per gli incontri con imprenditori e altri uomini che arrivavano a spendere migliaia di euro per una notte

Ci sono trevigiani insospettabili, professionisti ma anche tanti imprenditori pronti a spendere anche diverse migliaia di euro per una notte intera di sesso con una squillo, tra le mura domestiche o in alberghi della provincia o del veneziano. La "tariffa" oraria della prostituta era di 200 euro e comprendeva massima riservatezza e l'accompagnamento della ragazza da parte della maitresse, una 35enne di origini moldave che teneva le fila dell'organizzazione e che da qualche giorno è in carcere alla Giudecca di Venezia per sfruttamento della prostituzione. La donna, difesa dall'avvocato Mauro Serpico, è stata rintraccciata in un residence nei giorni scorsi. Sarebbero stati almeno 150 i clienti di un ampio giro di squillo che nei giorni scorsi è stato disarticolato dai carabinieri del nucleo operativo dei carabinieri di Treviso, guidati dal comandante Alfonso Trezza. Gli investigatori, coordinati dal pubblico ministero Barbara Sabattini, hanno avviato l'inchiesta nel marzo 2023, dopo la denuncia presentata da una ragazza moldava di 35 anni: la donna ha avuto la forza di raccontare tutto e squarciare il velo di silenzio su una vicenda che è destinata a far tremare la "Treviso bene"; i clienti nei prossimi giorni inizieranno ad essere convocati per essere sentiti e alcuni di questi, in base a quanto emerso nel corso dell'indagine, chiedevano e ottenevano dalla maitresse anche dosi di cocaina prima dei rapporti sessuali con le ragazze. Le squillo venivano reclutate dalla 35enne nei Paesi d'origine e venivano scelte sia per la loro avvenenza (venivano invitate a mandare un curriculum con tanto di foto) che per la loro situazione economica precaria, o con figli a carico (diverse le "ragazze madri"): c'era anche chi era stata attirata in Italia con la promessa di un lavoro normale. Tutte, una volta arrivate nella Marca, venivano fatte alloggiare in un appartamento di un residence di un Comune alle porte di Treviso e "messe sul mercato" con annunci on line, corredate da foto in abiti succinti. Il tam tam tra clienti di ceto medio-alto ha fatto il resto. Dal compenso di 200 euro le squillo tenevano solo una minima parte: andava infatti detratto il 50% che finiva nelle tasche della maitresse (il cui giro d'affari si aggirava tra i 50 e i 100mila euro al mese) oltre alle spese per affitto, abiti e trasporti. Il turnover tra le ragazze, tutte tra i 25 e i 40 anni, era frequente ma in genere la 35enne ne gestiva contemporaneamente da 3 a 5. Il gip Vettoruzzo, dopo un anno di indagine, ha accolto le richieste della Procura e ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere.

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