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Perseguitata dall'ex, la replica della Procura: «Caso valutato con grande urgenza»

Il procuratore capo Marco Martani ha commentato la dura lettera di una 40enne che lamentava l'assenza dello Stato che invece dovrebbe proteggerla dall'ex compagno violento: «L'udienza preliminare è già stata fissata e nei confronti dell'uomo è stato chiesto anche un inasprimento della misura cautelare»

«Dov’è lo Stato che mi protegge?». Era questa la domanda che una donna di Treviso aveva affidato ad una lettera aperta nella quale denunciava quelli che a suo dire sarebbero stati i ritardi della Procura di Treviso nell'affrontare il suo caso. La 40enne aveva denunciato più volte l'ex compagno che l'avrebbe prima maltrattata e poi stalkerizzata e che avrebbe anche violato la misura cautelare del divieto di avvicinamento impostagli dal gip. «Lo Stato c'è sempre per far valere le ragioni di chi subisce un reato - risponde il Procuratore di Treviso - e il nostro ufficio ha preso la sua querela molto seriamente tanto da chiudere le indagini in pochissimo tempo (due mesi, n.d.r). Non solo: in virtù dei precedenti all'uomo è stata imposta anche la misura cautelare del divieto di avvicinamento che, a riscontro dei fatti più recenti che avrebbero visto l'indagato violare questo obbligo, è soggetta ad un richiesta al gip di inasprimento in arresti domiciliari. Comprendo il legittimo stato d'ansia e di paura della donna ma questo non basta per sovvertire le regole che presiedono alle indagini. E' importante ribadire il concetto dell'impegno dell'autorità giudiziaria in questi casi perchè non vorremme che si ingenerasse l'idea che denunciare sia inutile».

Il legale della 40enne, l'avvocato Martina Pincirolli (che collabora fra l'altro con alcuni centri anti violenza del Veneto) sottolinea che in realtà l'agitazione della sua assistita era dovuto al fatto di non aver ricevuto alcuna notifica sulla fissazione dell'udienza preliminare, già calendarizzata dal gup Cristian Vettoruzzo per il 16 maggio ma giunta alle parti soltanto nella giornata di ieri 20 marzo.

Il responsabile dei presunti maltrattamenti è un trevigiano di 42 anni, residente in città in un'abitazione che si trova a circa 800 metri dalla casa della donna. Alle spalle ha dei precedenti per alcuni furti e spaccio di stupefacenti oltre a una condanna per lesioni. Proprio la droga sarebbe un problema di cui il 42enne non riuscirebbe a liberarsi: nell'ultimo episodio denunciato nella lettera dalla 40enne si sarebbe trovato a meno di 500 metri dalla casa della presunta vittima (mentre questa non c'era) e avrebbe proferito frasi senza senso evidentemente in stato di alterazione da assunzione di sostanze. Tra queste avrebbe affermato, sentito da un vicino di casa della denunciante, di essere uno dei responsabili della rapina al centro commerciale Valecenter di Marcon, avvenuta ai primi di febbraio di quest'anno.

Tra aprile e settembre del 2023, dopo un primo periodo di normale convivenza, il 42enne si sarebbe lasciato andare ad un immotivata gelosia, accusando la compagna di avere rapporti sessuali con l'ex compagno, con l'ex marito e padre del figlio adolescente, con il datore di lavoro e addirittura con un venditore di prodotto surgelati che sarebbe stato anche minacciato con un coltello. Il tutto condito da un controllo ossessivo del telefono, offese e denigrazioni come ad esempio «sei una poco di buona, stupida, malata, psicopatica» e da vere e proprie minacce di morte, come frasi del tipo «ti sciolgo nell'acido» accompagnate da gesti di violenza veri e propri: avrebbe puntato contro l'ex convivente un cacciavite, le avrebbe legato i polsi con delle fascette da elettricista e l'avrebbe presa violentemente per il collo. Ora il gip ha 20 giorni per esprimersi sulla richiesta di nuova misura cautelare.

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