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Famiglia travolta e uccisa in Cadore, il video choc dello schianto

L'Audi che sfreccia a tutta velocità, lo schianto e il boato: in un filmato delle telecamere di sorveglianza si vedono gli ultimi attimi prima dell'urto in cui hanno perso la vita tre membri della famiglia Antoniello, padre, figlio di due anni e nonna

Sabato 8 luglio è stato reso noto un video che potrebbe avere un ruolo chiave sull'incidente mortale a Santo Stefano di Cadore, in provincia di Belluno. Nei filmati delle telecamere di sorveglianza di quello che sembra un magazzino della zona, si vede la strada in cui si è verificato l'incidente mortale e un auto nera arrivare, l'Audi guidata da Angelika Hutter che poi andrà a travolgere e uccidere la famiglia Antoniello. Nelle immagini, dopo un paio d'auto, già a diversa distanza si sente il fragore del motore dell'Audi guidata dalla donna tedesca Angelika Hutter, che passa a una velocità evidentemente superiore rispetto alle vetture che l'hanno preceduta. Pochi istanti dopo, il fragore dell'impatto e il rumore di una profonda frenata.

Le indagini

Ora, l'attenzione degli investigatori è rivolta alla velocità con cui procedeva l'Audi nera della donna, prima di travolgere e uccidere tre persone. Secondo i carabinieri di Cortina, l'andatura dell'auto era superiore ai 70 km/h, in un tratto di strada urbana in cui è consentito procedere a una velocità massima di 50km/h. Eppure, il video, oltre ad alcuni dettagli e testimonianze, fanno ipotizzare che la velocità fosse ben superiore: l'auto è piombata senza controllo sulla famiglia Antoniello, sbalzando i corpi di Marco, Mattia e Maria Grazia a diverse decine di metri dal luogo dell'impatto. I carabinieri hanno anche raccolto le parole di un testimone che ha visto la donna litigare furiosamente con una persona, salire in macchina e ripartire sgommando pochi attimi prima dell'incidente. Una delle ipotesi che non viene esclusa è che l'investimento della famiglia di Favaro Veneto (Venezia) possa essere stato deliberato, frutto di una rabbia incontrollata. Ad avvalorare questa tesi la mancanza di qualsiasi segno di frenata, il fatto che in quel punto la strada fosse rettilinea e che i militari, che anche oggi hanno compiuto un sopralluogo per ulteriori verifiche, non abbiamo accertato alcun segno di sbandata prima del punto di impatto.

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