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Violenza sessuale di gruppo su due minorenni, due arresti a Preganziol

I particolari dell'operazione "Masnada", che ha portato in tutto a quattro arresti e sedici indagati, sono stati diffusi dal procuratore di Reggio Calabria, Emanuele Crescenti

Un amore tradito e un branco di giovani calabresi che si muoveva all’ombra della ‘Ndrangheta, autori di una brutale violenza sessuale ai danni di due ragazze della piana di Gioia Tauro, minorenni all’epoca dei fatti e oggi alla soglia della maggiore età.

Il Gip del tribunale di Palmi ha eseguito su richiesta della Procura, lo scorso 31 ottobre, quattro arresti e indagato 16 persone al termine dell'operazione nominata "Masnada". Due degli arrestati sono entrambi degli operai calabresi che si trovavano in trasferta, per lavoro, a Preganziol, nella Marca. Tre in totale le custodie cautelari in carcere notificate dalla Questura di Reggio Calabria oltre a una misura di arresto domiciliare per un altro giovane del branco, al momento irreperibile. Hanno partecipato all’operazione anche il personale della Squadra Mobile di Reggio Calabria, dei Commissariati Distaccati di Gioia Tauro, Villa San Giovanni, Polistena, Cittanova e Taurianova, delle Squadre Mobili di Treviso, Varese e Monza Brianza, e con il supporto degli equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine di Siderno, Rende e Vibo Valentia.

L'attività investigativa, svolta anche grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali, ha accertato che tre giovani, tutti legati da parentela a vari esponenti di vertice di cosche dell'Ndrangheta sono i responsabili di una serie di violenze sessuali di gruppo avvenute tra l'estate 2022 e l'anno in corso. L’inchiesta, però, è più ampia e coinvolge sedici indagati nei confronti dei quali gli uomini del questore Bruno Megale hanno portato a compimento delle perquisizioni. Sul branco, i riflettori della procura palmese si sono accesi per caso. Gli inquirenti e gli investigatori della polizia stavano seguendo e intercettando alcuni degli indagati per reati diversi da quello dal quale dovranno ora difendersi. Da gennaio dello scorso anno sono stati mesi di febbrili indagini, con il pm De Domenico e il dirigente Viola impegnati anche durante le ferie estive a fare gli opportuni riscontri alle intercettazioni registrate dalle microspie. A maggio del 2023 gli investigatori hanno potuto praticamente seguire in diretta uno dei casi di violenza su alcune ragazze minorenni.

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