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Dimissioni Marcon, si tenta la mediazione: «Era arrivato all'esasperazione»

Il segretario provinciale della Lega, Dimitri Coin: «Situazione già seguita, sapevamo di queste problematiche: avremmo dovuto vederci la settimana prossima per affrontarle». Il vicesindaco di Castelfranco Veneto, Gianfranco Giovine: «Spero sia stata un'azione dimostrativa». Smarrimento al Sant'Artemio

La decisione choc di dimettersi dalla carica di sindaco di Castelfranco Veneto e da presidente della provincia da parte di Stefano Marcon continua a scuotere la Lega trevigiana (che deve incassare in queste ore anche l'addio alla politica da parte di Franco Manzato, uscito sconfitto nettamente dal confronto con Alberto Stefani nella corsa alla segreteria regionale della Liga): si cerca di ricucire lo strappo e di convincerlo a tornare sui suoi suoi passi.

«A Castelfranco stiamo già lavorando per vedere i margini di manovra per riuscire a far rientrare le dimissioni del sindaco che è anche presidente della provincia e vedremo di fare il possibile per raggiungere l'obiettivo. Non sarà facile» ha spiegato Dimitri Coin, segretario provinciale della Lega «serve mettere responsablità su chi è attore principale di questa situazione ed è un "non sarà facile reale" però. Quando le situazioni si lasciano passare nel tempo queste diventano questioni personali e le questioni personali non hanno nulla a che fare con quello che è il mandato che i cittadini ti danno e con la responsabilità che ti mettono sulle spalle».

«Non è facile interpretare gli umori di una persona che ha manifestato un'azione di questo genere» chiosa il vicesindaco Gianfranco Giovane «ritengo possa essere stata un'azione dimostrativa e lo spero. Lo spero soprattutto per la città, per il ruolo che abbiamo noi nei confronti della città, per i progetti che abbiamo in cantiere. Una città come Castelfranco Veneto non merita di essere abbandonata ad un commissario eventuale. Come Forza Italia che rappresento e a nome del capogruppo mi sento di confermare il nostro sostegno, come abbiamo sempre fatto, lealmente e sopratutto il lavoro nei confronti della città. Spero possa avere un ripensamento».

Un certo smarrimento si percepiva stamattina, 26 giugno, al Sant'Artemio. «Adesso è un pò prematuro dire che cosa succederà perchè i 20 giorni scadono il 14 di luglio e Stefano Marcon è ancora presidente della provincia di Treviso» ha detto stamattina Martina Bertelle, vicepresidente della Provincia «Sono un pò preoccupata, è stata una notizia che è caduta così, dall'alto, improvvisa. Ho sentito il presidente questa mattina e sono in stretto contatto con lui e quindi spero che possa ritornare in provincia, sui suoi passi. Io da vicepresidente continuerò a fare quelo che ho sempre fatto: fortunatamente ho una squadra interna forte, sono sostenuta dal direttore e dal dirigente e quindi in qualche modo ce la caveremo finchè non scadranno questi giorni. Io spero ci ripensi perchè la provincia ha bisogno di Stefano Marcon quindi lo aspettiamo e spero che accada veramente».

«Strumentale e inopportuno l’uso delle istanze della comunità lgbt»

«Marcon lasci fuori le questioni dei diritti civili dalle sue beghe di partito e dalle scaramucce di paese» questo il netto messaggio che il Coordinamento LGBTE di Treviso lancia al dimissionario sindaco di Castelfranco Veneto e presidente della provincia Stefano Marcon. «Sono note le chiusure del sindaco rispetto alle istanze della comunità lgbt del territorio, in primis la mancata volontà di concedere gli spazi pubblici per le unioni civili o la quanto macabra idea di celebrarle con il lutto al braccio. Ci pare oggi quanto mai strumentale utilizzare le istanze della comunità lgbt trevigiana e veneta a puro scopo di polemica politica all’interno del suo partito. È quanto mai inopportuno e controproducente farlo ora quando, finalmente, quello stesso partito mostrava aperture al passo coi tempi da parte di alcuni importanti esponenti in Veneto su diverse istanze. A Marcon ricordiamo che le persone lgbtqia+ votano a sinistra come a destra e che non è limitando i diritti che si può invertire il trend di denatalità, se quello è un tema a lui caro, ma investendo in modo massiccio sui servizi per cittadine e cittadini».

Martina Bertelle

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