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Congresso Lega, Manzato sfida Stefani: «Con lui enorme differenza di esperienza»

Sabato 24 giugno al Four point by Sheraton di Padova saranno chiamati a raccolta 470 tra delegati e rappresentanti istituzionali della Liga che cerca così di uscire dal commissariamento. Sul passo indietro di Roberto Marcato l'ex parlamentare ha detto: «E' una ricchezza del movimento, un uomo di consenso»

Franco Manzato non è certo un uomo da slogan o frasi roboanti ma la determinazione è certamente dalla sua. «Non corro per perdere»: così rispondeva a chi stamattina, 21 giugno, gli chiedeva quale fosse il suo obiettivo in vista del congresso che sabato prossimo, 24 giugno, allo Sheraton di Padova andrà ad eleggere il nuovo segretario della Liga veneta chE cercherà così di uscire dal commissariamento e rimettersi in marcia dopo anni in chiaroscuro, con i rivali di Fratelli d'Italia che intanto avanzano. Entro le ore 18, tra tre giorni, il verdetto sarà emesso. Manzato ha annunciato pubblicamente la sua candidatura nella sede trevigiana del Carroccio, il K3 di Fontane di Villorba. Il suo sfidante sarà il giovane Alberto Stefani mentre, come noto, Roberto Marcato ha annunciato ieri, 20 giugno, il passo indietro. Quali sono le differenze tra Manzato e Stefani? Il primo senza esitazione ha replicato: «C'è un'enorme differenza di esperienza, c'ero nei momenti più bui della storia del partito. L'esperienza conta molto nella ricostruzione di un partito che vuole essere competitivo». Manzato ha snocciolato ieri il suo lungo curriculum amministrativo: nel 1990 capogruppo in consiglio comunale con Bepi Covre sindaco, primo sindaco della Lega nella Marca, poi dal 2000 in Regione come capogruppo, assessore e vicepresidente e quindi in parlamento. Negli ultimi anni si è occupato anche e soprattutto di formare la classe dirigente leghista, con la scuola quadri della Lega fondata nel 2001. Di sè stesso dice di non essere un "comunicatore"; contano più i fatti come gli interventi come commissario in province come Vicenza, Venezia e Rovigo dove la Lega arrancava in termini di iscritti e risultati elettorali (qui in un anno da 110 a 1200 iscritti sotto la sua guida).

In sala è presente anche il "padre nobile" della Liga, Giampaolo Gobbo: la sua presenza è già di per sè un'investitura importante. Marcato è stato forse considerato troppo divisivo, meglio il più "morbido" Manzato. «Non è una candidatura contro nessuno, è una risposta positiva per il congresso. Questo è un momento difficile per le Liga veneta, il consenso è diminuito» ha infatti esordito all'inizio della conferenza stampa con queste parole. E' lui il cavallo buono su cui puntare per il Carroccio della Marca. Sabato arriverà l'atteso responso. Su Marcato che ha accusato di tradimento proprio i leghisti trevigiani, Manzato ha infine spiegato come l'assessore sia «una ricchezza per il movimento, è sempre stata una risorsa e sempre lo sarà, un uomo di consenso». Si è poi detto certo che «Tutti poi remeranno nella stessa parte».

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