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Roberto Baggio: la vita del grande campione veneto

Dai vetri rotti nell'officina del padre, alle divergenze con gli allenatori, le difficoltà e la conversione al buddismo, ora fa una vita bucolica, molto riservata e gira con il pandino. Il 26 maggio esce il film su Netflix

"Sei tu che determini il tuo destino". Inizia così, mostrando un paio di scarpe coi tacchetti il film che racconta la storia dei 22 anni di carriera del Divin Codino, il difficile esordio come giocatore, le divergenze con alcuni degli allenatori, la conversione, il rapporto con la famiglia.

Esce su Netflix il 26 maggio il docufilm dedicato a Roberto Baggio. 

Pochi giocatori hanno segnato il calcio contemporaneo come Roberto Baggio, campione classe 1967 che ha cominciato la sua carriera a Vicenza per arrivare poi alle più forti squadre del campionato italiano, dalla Fiorentina all’Inter, passando per Juventus e Milan. Non c’è da meravigliarsi, quindi, se il film si soffermerà su alcuni momenti chiave della vita sportiva di Baggio come il rapporto con il padre, con Arrigo Sacchi e con la sua fede religiosa. 

La pellicola prodotta da Netflix è incentrata sulla vita e le imprese del grande fuoriclasse vicentino, ampio spazio dovrebbe essere dedicato anche alla fatidica finale dei mondiali del 1994 negli Stati Uniti, persa ai calci di rigore contro la nazionale brasiliana, ma si parlerà anche delle controversie che hanno segnato la sua carriera, a cominciare dal rapporto difficile con alcuni dei suoi allenatori.

La vita di Baggio

Soprannominato Raffaello per l’eleganza dello stile di gioco e Divin Codino per l’acconciatura di capelli, Roberto Baggio rimane ancora al centro della storia del calcio, ma nella vita è molto riservato. Fa una vita a contatto con la natura nella sua abitazione di Altavilla Vicentina dove vive con la moglie Andreina Fabbi e i tre figli. Roberto Baggio oggi ha 54 anni, da 17 non gioca più a calcio, mondo dal quale è uscito definitivamente il 23 gennaio 2013.

Da uno scatto reso noto dal profilo Instagram della figlia, si può vedere l’ex campione che usa una Fiat Panda definita dal web il Divin Pandino (proprio dal soprannome che Baggio aveva grazie alla capigliatura riconoscibile). Biaggio e pandino sono diventati virali sul web come l’emblema della normalità nella vita dell’ex calciatore.

Ultimo attaccante italiano a vincere il Pallone d’Oro (1993), il Divin Codino ha segnato oltre 300 gol in carriera (di cui 205 in serie A).

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«Quando vado in giro per la mia città - racconta Baggio - uso la Panda. Sono legato a Mazzone perché è stata una persona importante che mi ha recuperato in un momento nel quale non trovavo squadra e si è formato un legame sincero e spontaneo. È stato come un secondo padre. La gente che viene allo stadio è la parte più sincera del calcio e per questo ho sempre avuto un grande rispetto per i tifosi.»

Il film

Alla presentazione del film Baggio ha detto: «Io non volevo fare il film perché alla fine dicevo ‘Cosa vuoi che interessi alla gente della mia storia’. Grazie alla spinta del mio manager e di mia moglie l’ho fatto. Ero prigioniero della mia timidezza e mi sentivo inutile per una cosa così grande. Per fortuna vivo una vita molto semplice fatta di piccole cose ed è la mia natura che mi porta a questo. Oggi se uno prende le cose troppo sul serio finisce male.

Quando provavo le punizioni ogni tanto li spaccavo e il problema era recuperare la palla prima che lui me la prendesse. C’è stato un momento quando mi sono rotto il ginocchio la seconda volta a 35 anni in cui ho pensato di ritirarmi. Il mio sogno era quello di andare ai Mondiali in Corea e Giappone nel 2002.

Quando ho subito quell’incidente ho detto che era meglio chiudere lì, mancavano pochi mesi e mi ero veramente abbattuto. Poi passa la rabbia e quando hai delle persone che ti sanno consigliare cambi la tua visione e torna la voglia di rimettersi in gioco per tornare a sognare ancora. La parte spirituale credo che sia fondamentale in ogni situazione.

Spesso quando succedono queste sofferenze uno spera che arrivi qualcosa da fuori. Il buddhismo mi ha insegnato che tutto proviene da un cambio di atteggiamento. La mia famiglia è stata un’altra grande fortuna della mia vita.»

Le riprese del film si sono svolte, dopo alcuni ritardi dovuti al coronavirus, alla fine della scorsa estate fra il Trentino, Roma e Firenze. Secondo quando rivelato la pellicola andrà a esplorare non solo il lato pubblico e sportivo di Baggio, ma anche la sua vita privata, dalla famiglia al rapporto coi genitori e i sei fratelli, passando anche per la sua famosa conversione al buddismo

Il padre di Roberto Baggio è l'attore padovano Andrea Pennacchi.

Prodotto da Netflix, il film sarà disponibile sulla piattaforma di streaming a partire dal 26 maggio, è diretto da Letizia Lamartire, Roberto Baggio è interpretato da Andrea Arcangeli.

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