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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Sciopero terziario, ingressi contingentati nei supermercati della Marca

Venerdì 22 dicembre la mobilitazione di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil per i rinnovi dei contratti. Ingressi contingentati alla Lidl di Conegliano e Vittorio Veneto, bloccate le mense all'Electrolux e negli ospedali di Conegliano e Vittorio Veneto

Più che buona in provincia di Treviso l’adesione allo sciopero nazionale dei comparti terziario, distribuzione e servizi, della distribuzione moderna organizzata, della distribuzione cooperativa, e del comparto turistico ricettivo alberghiero, della Ristorazione Collettiva e Commerciale, delle Agenzie di Viaggio indetto per l’intero turno di lavoro nella giornata di oggi, venerdì 22 dicembre, dalle sigle sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil per chiedere i rinnovi dei contratti scaduti da anni.

Disagi nella Marca

A Treviso e provincia gli addetti dei comparti interessati allo sciopero erano oltre 30mila. Alcune percentuali di adesione: bloccate le mense ospedaliere di Conegliano e di Vittorio Veneto e quella di Electrolux con il 100%, all’OBI e all’Unieuro di Paese raggiunto il 90%, alla Coop di Spresiano e al Conè di Conegliano oltre il 50%, 40% al Mediaworld di San Biagio di Callalta. Lidl di Conegliano e di Vittorio Veneto hanno dovuto contingentare gli ingressi dei clienti del punto vendite. Chiusi anche i bar dell’ospedale Ca’ Foncello e della Provincia di Treviso.

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Il commento

«Rispettate le stime di partecipazione dei trevigiani alla manifestazione che ha avuto luogo a Milano - riportano i segretari generali di Filcams Cgil Treviso, Alberto Irone, della Fisascat Cisl Belluno Treviso Patrizia Manca e della Uiltucs Uil Massimo Marchetti - con ben oltre i 200 delegati e delegate. Adesione allo sciopero sul territorio della Marca a macchia di leopardo ma nel suo complesso siamo molto soddisfatti per le percentuali di astensione raggiunte e del segnale che i lavoratori e le lavoratrici hanno mandato forte e chiaro a controparti datoriali e al Governo. La richiesta è inderogabile - sottolineano i segretari generali - il lavoro va pagato adeguando i salari e restituendo il potere d’acquisto perso a causa della fiammata inflazionistica. Ma anche maggiori tutele e migliori condizioni di lavoro».

Le reazioni

Maurizio Franceschi, direttore Confesercenti Veneto, conclude: «Consapevoli che l'andamento dei consumi è strettamente legato al potere d'acquisto delle famiglie e che i salari sono stati già  fortemente penalizzati prima dall'impennata dell'energia e poi dall'inflazione, ci troviamo nell'attuale impossibilità di una concordata soluzione contrattuale viste le richieste dei sindacati che metterebbero in ginocchio i datori di lavoro».

Da parte di Confesercenti non sono mai state poste pregiudiziali, ma esigenze di un confronto complessivo su tutto il corpo del CCNL per inserire correttivi aventi come obiettivo la crescita della produttività, nonché l’innovazione di alcuni istituti ormai obsoleti e, quindi, sia della competitività delle nostre imprese, che della occupabilità dei lavoratori del settore, si è ritenuto di non poter accettare di condizionare un confronto alla presenza o assenza di determinate materie. «Ribadiamo pubblicamente la disponibilità al confronto immediato - prosegue Franceschi - ma sarebbe stato utile un intervento del Governo mirato alla decontribuzione degli aumenti previsti dal rinnovo del contratto e al taglio del cuneo fiscale soprattutto per i lavoratori».

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