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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Antenne telefoniche sui campanili: Comune e Diocesi sotto i riflettori di Report

Secondo quanto emerso durante la trasmissione di raitre, i canoni ottenuti dalle compagnie telefoniche sarebbero spartiti per il 60% dalle parrocchie e per il 40% da Ca' Sugana che ha ottenuto, con un contratto di comodato d'uso, i campanili. Dal 2015 sono stati 350mila euro i fondi incassati

Cinque campanili della Diocesi di Treviso (San Pio X, Santa Maria del Rovere, Santa Maria dei Battuti, Duomo e San Francesco, unico edificio di proprietà del Comune) sono stati concessi, già nel 2015, alle aziende di telecomunicazioni per installarvi antenne per la telefonia. Ad incassare il canone è però il Comune a cui la stessa Diocesi ha consentito l'utilizzo degli edifici in base ad un contratto di comodato d'uso. In questo modo la Chiesa incassa una parte dei canoni e non è costretta a pagare le tasse dovute al passaggio ad uso commerciale dei campanili che farebbe perdere l’esenzione fiscale di cui godono gli immobili destinati al culto. A Treviso, il 60% di quanto incassato dal Comune dalle aziende di telecomunicazioni finisce nelle casse delle parrocchie. Dal 2015 fino ad oggi, la chiesa trevigiana ha ricevuto dal Comune più di 350mila euro. L’ente ecclesiastico, è bene sottolinearlo, non ha firmato direttamente il contratto di locazione con le aziende. Tutto passa per un contratto di comodato d'uso con il Comune di Treviso: è Ca' Sugana ad aver sottoscritto i contratti, ad incassare e poi stornare alla Diocesi i fondi per le parrocchie. A portare alla luce questa vicenda è stato un servizio (dal titolo "Segnali divini") andato in onda durante la trasmissione televisiva Report di Raitre, andata in onda lo scorso 24 aprile.

«Sarebbe stata un'entrata diretta, un commercio diretto. Allora l'amministrazione comunale ci fa: facciamo un comodato d'uso gratuito e la Chiesa non riceve nulla»: ha spiegato Monsignor Mauro Motterlini, Vicario e direttore dell'ufficio amministrativo della Diocesi di Treviso durante il servizio andato in onda all'inviata che chiedeva i motivi per cui non c'è stato un contratto direttamente tra Diocesi e compagnie. Il denaro alla Diocesi però arriva puntuale. «E' un libero ristoro che l'amministrazione da, è un accordo. E' una possibilità che viene data, questo si»: ha spiegato Motterlini con un pizzico di imbarazza. E' conveniente? «Il sacrificio del Signore in croce è conveniente si, perchè ci ha salvati tutti»: aggiunge ancora il Monsignore. Il servizio di Report insinua che questi passaggi siano stati studiati dalla Diocesi e dall'allora amministrazione comunale guidata da Giovanni Manildo, per eludere il Fisco. «Non potevamo dire di no, va ben bechi ma non bastonati»: ha aggiunto in un fuori onda lo stesso Vicario della Diocesi.

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