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Nel 2021 oltre 124mila nuove assunzioni, solo il 22% a tempo indeterminato

Il primo maggio i sindacati trevigiani Cgil, Cisl e Uil (con i segretari Mauro Visentin, Massimiliano Paglini e Gianluca Fraioli) tornano in piazza Borsa per celebrare la festa dei lavoratori. Tra i temi caldi c'è quello della guerra, con le ripercussioni sulle aziende trevigiane, il caro-energia (ammortizzato da alcune aziende con il ricorso alla cassa integrazione) ma soprattutto la crescente precarietà e i Neet. EBiCom Treviso presenta dati più lusinghieri per il terziario: «Crescono occcupazione femminile e giovanile»

A distanza di tre anni i sindacati trevigiani tornano in piazza per celebrare il 1° maggio, la festa dei lavoratori che si svolgerà dunque in piazza Borsa, a partire dalle ore 10 di domenica prossima, finalmente in presenza. Agli interventi dei segretari provinciali di Cgil, Mauro Visentin, Cisl, Massimiliano Paglini, e Uil, Gianluca Fraioli, seguiranno quelli dei delegati. Al termine è previsto un concerto della band trevigiana "Radiofiera".

Luci e ombre nei numeri forniti oggi, 29 aprile, dalle sigle sindacali trevigiane. Si tratta di cifre che dipingono una Marca sempre più precaria: se nel 2021 le assunzioni sono state complessivamente 124.585, con un saldo occupazionale di +9.200, soltando il 22% di questi lavoratori è stato stabilizzato con un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Ancora più sconcertante il numero di persone assunte stabilmente attraverso le agenzie di somministrazione di lavoro temporaneo, solo 20 su 28.700. Tra i temi caldi che saranno al centro degli interventi di domenica c'è senza dubbio la guerra in Ucraina e le sue conseguenze per l'economia del nostro territorio, il caro-bollette (con aziende che starebbero cercando di ammortizzarne gli effetti attraverso il ricorso alla cassa integrazione) e i Neet, i giovani under 30 che non studiano e non lavorano. In provincia di Treviso sono circa 19mila, secondo l'ultima stima datata 2020. A preoccupare Paglini è soprattutto l'inflazione: «Si rischia una perdita di potere d'acquisto pesantissima dei salari, rischiamo un declino sociale e la coesione che si ha fatto superare la pandemia. C'è bisogno di ridurre il cuneo fiscale, e una seria lotta all'evasione e il recupero della produttività». «Mancano le materie prime e le aziende stanno utilizzando sempre di più la cassa integrazione per contenere i costi, anche nella Marca, lo stiamo registrando con i nostri delegati»: chiosa Fraioli. «I dati ci raccontato di un lavoro in aumento come posti ma non hanno stabilità, sono la maggior parte precari. L'inflazione, provocata dal caro-bollette, sta saccheggiando ancora di più le buste paga e le pensioni»: ha aggiunto Visentin.

Intanto da lunedì prossimo andranno a cadere altre restrizioni legate al Covid-19, tra cui il green pass, ma i sindacati restano prudenti e allertano: «La pandemia non è finita». A margine della manifestazione di domenica sarà osservato un minuto di raccoglimento in memoria delle numerose vittime del lavoro che hanno costellato il 2021.

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EBiCom Treviso: «Crescono occcupazione femminile e giovanile»

I saldi occupazionali certificati dal Centro Studi di EBiCom Treviso descrivono una situazione ben più rosea. Nel terziario trevigiano, nonostante la pandemia, nell’anno 2021, si registra, per quanto riguarda gli Under 30, un saldo di 5440 nuovi contratti, prevalentemente nel settore dei servizi (3990 distribuiti tra istruzione, sanità, magazzinaggio e trasporti, attività artistiche e professionali) e in maggioranza (3320) a tempo determinato. Nell’insieme, i contratti “giovanili” rappresentano l’83,6% dei nuovi posti di lavoro dipendenti. Per quanto riguarda le donne, il Centro Studi restituisce un saldo attivo di 3700 nuovi contratti, prevalentemente a tempo determinato e somministrato e maggiormente dislocati nel settore dei servizi (3045). Tra questi, il part - time costituisce il 44,2% (pari a 2025 contratti) dei posti di lavoro femminili maturati nel 2021.

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Lo sguardo di insieme al comparto del terziario conta, a fine 2021, 31.935 assunzioni di giovani (+30,6% rispetto al 2020) e 43.935 di donne (+29,3% rispetto al 2020) su un totale complessivo di 81.675 assunzioni da parte delle aziende trevigiane. Lo sguardo di insieme al comparto del terziario conta, a fine 2021, 31.935 giovani e 43.935 donne su un totale complessivo di 81.675 occupati.

«Anche se il trend quantitativo è positivo” - commenta il Presidente Adriano Bordignon (in foto) – “la sfida post pandemia è e sarà sempre più soprattutto qualitativa. Il lavoro oggi, non è riconducibile solo alla dimensione contrattualistica o salariale, ma assume molte nuove dimensioni su cui occorre ragionare anche tramite la concertazione territoriale e nuove relazioni sindacali. I giovani, oltre al fatto che sono demograficamente in flessione, ci stanno dimostrando, coi fatti, che occorre invertire l’ordine dei fattori e mutare il paradigma lavoro-stipendio-sacrificio. Il lavoro, per essere considerato “buono”, non è più e non solo l’incrocio tra un impiego di tempo, uno sforzo e un compenso, ma un risultato complessivo che pone al centro la persona nella sua interezza, oggi sempre più alla ricerca di un equilibrio generale dettato non solo dallo stipendio, ma dalle relazioni personali e familiari, dal benessere prodotto dalle scelte lavorative e dallo stile di vita che esse determinano. Questo è sicuramente uno dei nuovi fenomeni accelerati dalla pandemia. Anche sul fronte femminile vale lo stesso discorso: l’armonizzazione dei tempi vita – lavoro non è un optional ma diventa parte essenziale delle scelte delle lavoratrici in un contesto sociale in cui il welfare e i servizi pubblici sono ancora troppo scarsi. Emergono comunque molte nuove tendenze e nuovi ambiti: dietro ai segni + alla voce servizi ci stanno molte professioni legate alla creatività e al digitale e nuovi lavori nella logistica per esempio. Ciò significa formazione e nuove competenze. In questo contesto, dove la nuova concertazione dovrà interpretare il cambiamento, la bilateralità sarà essenziale e sta già dando molto. Pensiamo ai sussidi dati a imprese e lavoratori per spese mediche, figli disabili, libri e studio universitario, per citarne solo alcuni. Abbiamo a disposizione anche contributi per le aziende, anche piccole, che decidono di attuare i piani di welfare, ma anche i contributi per badanti. Stiamo lavorando nel segno di una qualità che aggiunge valore e benessere ad un contratto. Questa strada, interpretata dalla bilateralità e aperta alle innovazioni, è la strada che vuole accompagnare con determinazione al “lavoro buono”».

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