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Remix di musica classica nelle discoteche

La proposta del pianista Giulio Andreetta per avvicinare i giovani alla musica classica

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrevisoToday

Giulio Andreetta, diplomato in pianoforte al Conservatorio Pollini di Padova, laureato in Musicologia all'Università di Padova, hai conseguito il diploma accademico di secondo livello al Conservatorio Pedrollo di Vicenza, con il massimo dei voti e la lode in tutti e tre i casi. Hai studiato con pianisti affermati a livello internazionale e sei stato inoltre premiato in vari concorsi internazionali di composizione, e hai suonato per prestigiose isitituzioni in Italia e all’estero. Alla tua attività concertistica e compositiva abbini, nella tua vita lavorativa, anche la passione per l’insegnamento alle nuove generazioni: che cosa si può fare secondo te per avvicinare i giovani alla musica classica? Anche se c’è un po’ questo stereotipo che associa la musica classica a qualcosa di noioso, specie presso un pubblico giovane, e forse anche un po’ inesperto all’ascolto, per risolvere la situazione forse si potrebbe proporre qualcosa. Penso ad esempio a tutta una serie di remix musicali di brani famosissimi di musica classica. Ecco allora che una buona idea sarebbe quella di inserire nelle scalette musicali delle discoteche questo repertorio. Si tratta a tutti gli effetti di musica techno, rock, trance, hip hop, e cioè i generi abitualmente proposti da dj per eventi e spettacoli. Si potrebbe proiettare poi il titolo della ‘canzone’, in modo che divertendosi i ragazzi imparerebbero ad apprezzare un repertorio che forse non conoscono. E magari potrebbero, incuriositi, in un secondo momento frequentare le nostre amate sale da concerto di musica classica. Mi sembra una buona idea, no? Io, per quel che vale, mi metto a disposizione a titolo gratuito come consulente musicale se c’è da dare una mano in questo senso. Finita questa emergenza, è ovvio. Perché questa proposta in un momento in cui i locali pubblici, le discoteche e le performance live sono ferme? Proprio perché questo è il momento per ripensare a molte delle cose che fino ad adesso si davano per scontate. Quando sarà il momento di riaprire bisognerà per forza di cose pensare al nostro passato, alle cose come ‘erano prima’. Questa cesura, questo arresto forzato di molte delle nostre attività è il momento migliore per ripensare a ciò che potrebbe essere. Anche in aperta discontinuità con il nostro passato. Considerare dei luoghi come le discoteche, che solitamente sono associate alla sola attività ludica e di ballo, come spazi aperti alla cultura sarebbe un vantaggio per tutti, per la nostra società. Anche perché molti di questi brani incontrano un successo straordinario presso un pubblico giovane. Sarebbe un guadagno per tutti. Questa emergenza per il coronavirus sta mettendo a dura prova molti musicisti, artisti e attori di teatro. E’ vero. Anch’io ho dovuto cancellare molti concerti. Ma si trattava (e si tratta) di conservare per prima cosa la salute dei cittadini italiani. Io non sono né un virologo né tantomeno un medico, e non posso esprimere opinioni su argomenti che non conosco. Tuttavia mi sembra un obbligo sensato quello di tenere le persone a casa per fermare il diffondersi del contagio, in attesa di terapie che possano offrire una speranza concreta a tutti coloro che sono in pericolo per la propria vita. La vita umana è un bene preziosissimo e deve essere messa davanti al legittimo desiderio di tutela dell’economia. Cè un bel detto latino che dice ubi major, minor cessat. Certo, il non poter più fare spettacoli dal vivo non è sicuramente una bella esperienza da vivere... Qual’è la qualità che apprezzi di più in un compositore? Ci sono delle melodie che ti si attaccano all’anima. Ci sono alcune composizioni che ti segnano in modo indelebile, e alle quali periodicamente sei costretto a tornare, quasi fossero una droga. Francamente non riesco a spiegarmi ogni volta le ragioni di quel loro incredibile fascino. A volte, nella mia mente, associo quelle musiche incredibili a determinati luoghi che sono importanti per me. Penso che sia un’operazione istintiva della mia mente. Il compositore in quei momenti mi appare quasi come un mago. Forse, per rispondere alla tua domanda, la qualità del compositore che apprezzo di più è questa capacità di creare autentici prodigi.

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