La raccolta differenziata spinta entra adesso anche nelle stanze degli ospedali di Castelfranco Veneto e di Montebelluna. Tra l’Ulss 8, Consorzio Tv Tre e Contarina è stata firmata questa mattina a Castelfranco Veneto nel corso del convegno “Rifiuti sanitari dal contenitore al Sistri” la convenzione per dare il via alla progettazione del servizio.

L’idea è di trasferire e di adattare in ogni piano degli edifici ospedalieri e fino alle singole stanze il metodo che ha portato il Tv Tre ai vertici nazionali per la percentuale di raccolta differenziata, per la ridotta produzione di rifiuto secco non riciclabile e per la bontà dei costi, i più bassi in Italia.

“L’ospedale è una città nella città”, ha detto il presidente del Tv Tre Franco Bonesso, “e già concorre bene al mantenimento dei livelli di eccellenza del Tv Tre riconosciuti a livello europeo, ora si tratta di migliorarne le performance in modo da ridurre ulteriormente i costi e accrescere la tutela ambientale”.

La convenzione è stata firmata dal direttore generale dell’Ulss 8 Renato Mason, da Franco Bonesso e Paolo Contò per il Tv Tre e da Antonio Zamberlan e Michele Rasera per Contarina SpA. In sessanta giorni verrà presentato alla Direzione dell’Ulss 8 il progetto dettagliato della raccolta differenziata spinta dei rifiuti assimilati agli urbani. I pazienti ricoverati negli ospedali e gli utenti che vi transitano giornalmente sono in gran parte provenienti dai Comuni del Tv Tre, sono quindi cittadini che hanno già buone abitudini e conoscono i benefici che una la raccolta differenziata spinta trasferiscono ai bilanci delle famiglie. Il servizio potrà quindi contare su un alleato formidabile, la popolazione.

“Efficienza, sostenibilità e contenimento delle risorse sono i criteri guida che ispirano la nostra azione nella gestione dei rifiuti ospedalieri – ha commentato il direttore generale dell’Ulss 8, Renato Mason - . La raccolta differenziata spinta che andremo ad adottare negli ospedali ha tutte le caratteristiche per rispondere a questi requisiti, confortati dal fatto che operatori ed utenti delle nostre strutture sanitarie già da anni hanno accolto e messo in pratica a livello domestico un sistema di raccolta che spicca sul territorio nazionale”.