Futurismo che passione!
In occasione del centenario dall'inizio della Grande Guerra Tra Treviso Ricerca Arte con l'Assessorato alla cultura presso l'Auditorium di Santa Croce a Treviso offre un'occasione per ricordare un evento molto importante del nostro paese attraverso una conferenza sul Futurismo "Marinetti : Guerra, sola igiene del mondo" con il critico d'arte Carlo Sala e la proiezione del documentario "Futurismo che passione" di Silvana Palumbieri.
Carlo Sala introduce alla visione del documentario con una conferenza sulla corrente artistica, culturale e politica fondata da Filippo Tommaso Marinetti nel 1909, che ne descrive le principali caratteristiche e ne presenta i protagonisti, individuando i nessi culturali e storici che legano questo importante movimento alla Prima Guerra Mondiale.
Nel noto manifesto del Futurismo, redatto dallo stesso Marinetti, si dichiara la volontà di prendere le distanze dalla tradizione e da tutto ciò che è antico in nome della modernità e dell’industrializzazione, si esalta la tecnica e la fiducia illimitata nel progresso, sancendo la fine delle vecchie ideologie ed esaltando il dinamismo, la velocità, l'industria e la guerra.
Nel 1910 viene pubblicato il Manifesto tecnico della pittura futurista a cui aderiscono gli artisti Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giacomo Balla, Gino Severini e Luigi Russolo, principali esponenti del movimento.
Questo rinnovamento sociale e culturale non è fatto solo di parole ed estetica, ma, al contrario, ammette l’uso della violenza che diventa oltre che verbale anche fisica. Molti futuristi presero infatti parte in prima persona alla Grande Guerra. La Guerra non è, quindi, solo un tema ma ha il il potere di rinnovare radicalmente la storia e l’uomo, è legge profonda della vita, è festa, esuberanza vitale, profusione salutare di energie. Come scrive il fondatore nel Manifesto: “Noi vogliamo glorificare la guerra - sola igiene del mondo - il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore […]” (Manifesto del Futurismo, 1909).
A seguire la proiezione del documentario "Futurismo che passione" di Silvana Palumbieri ( durata 38' ).
Il documentario racconta la nascita e lo sviluppo del Futurismo nei suoi principali ambiti espressivi: pittura, musica, scultura, letteratura, architettura, teatro, cinematografia.
E’ una storia scandita attraverso lo strumento programmatico per eccellenza del movimento, i manifesti. Al centro, la figura del suo fondatore, Filippo Tommaso Marinetti e le sue straordinarie doti di comunicatore. Con lui il mezzo diventa messaggio futurista. E non c’è mezzo che non utilizzi: volantini, lettere, cartoline, affiche pubblicitarie, telefono, radio. Una vera chicca del filmato è la voce di Marinetti mentre declama alla radio l’aeropoema “Il bombardamento di Adrianopoli”. Ma sono tante le immagini e i suoni che catturano. Di grande intensità la lettura di Carmelo Bene del “Manifesto futurista”. Alessandro Haber e Franco Parenti interpretano le provocazioni del teatro futurista. Carrà e Severini rivivono la nascita della grande avanguardia nella pittura, che d’incanto prende corpo attraverso le bellissime immagini delle opere e degli artisti provenienti dall’archivio della Quadriennale. E ancora: Ungaretti ricorda il clima di grande scambio culturale con Parigi, Palazzeschi legge il poema in verso libero “Visita di protocollo”. Non molto visti sono i fotogrammi del cinema fantastico di Bragaglia, tanti i disegni della città nuova dell’architetto Sant’Elia. Molto divertenti, infine, i suoni. La musica futurista recepisce il fragore della città, gli strumenti sono chiamati con i modi dell’onomatopea: l’ululatore, il ronzatore, il crepitatore, il gorgogliatore, frutto dell’inventiva di Luigi Russolo. Nella colonna sonora anche molte canzoni d’epoca che accompagnano l’azione di Marinetti, in prima linea nell’irredentismo, nelle guerre, nella piazza.
Per maggiori info :
www.trevisoricercaarte.org