Landscape revolution - Proiezione del fim La scintilla
Mercoledì 13 marzo alle ore 20.30, nell’auditorium di Palazzo Bomben di Treviso, prende il via Landscape revolution, il nuovo ciclo della rassegna cinematografica Paesaggi che cambiano, organizzata dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche, a cura di Simonetta Zanon, e dedicata ad Andrea Zanzotto (1921-2011).
In programma la proiezione del fim La scintilla (Svizzera-Francia-Italia, 2021, 61’), introdotta dai registi Valeria Mazzucchi e Antoine Harari (in collegamento online). E con un commento finale di Fabio Tullio, GRA Grande Raccordo Ambientale, Treviso.
Poco lontano da Nantes, nel 2008, una comunità eterogenea di agricoltori, attivisti ambientali e militanti anarchici crea la ZAD (Zone à défendre) di Notre-Dame-des-Landes per presidiare circa duemila ettari di foresta minacciati dal progetto di un aeroporto. In uno dei più grandi spazi occupati d’Europa, queste persone esplorano la possibilità di un modello di vita diverso, mettendo in discussione molte delle regole della nostra società, abitative, economiche, decisionali o gerarchiche, e diventano un punto di riferimento per molti movimenti di protesta di tutto il mondo. Il documentario racconta gli ideali e le battaglie di questa comunità in un periodo cruciale, dal giorno dei festeggiamenti per l’abbandono del progetto dell’aeroporto da parte del governo Macron fino al drammatico sgombero con l’intervento di 2500 poliziotti e mezzi di assalto.
Un documentario che apre un ciclo di cinque serate fra marzo e maggio, intitolato Landscape revolution, teso a indagare un tema sempre più al centro del dibattito e delle cronache, capace di mettere le nostre coscienze di fronte a questioni controverse e irrisolte: quello delle battaglie e delle azioni civili di impegno ambientale.
Spiega la curatrice della rassegna, Simonetta Zanon: «Fra le parole d’ordine più attuali, parlando di paesaggio e ambiente, nel periodo recente hanno assunto un ruolo di primo piano termini quali attivismo climatico, giustizia climatica, ecologia radicale, ecologia politica, ecoansia, fino ad arrivare a radicalismo climatico, o addirittura ecoterrorismo. Parole dietro alle quali stanno posizioni molto diverse, accomunate da una carica potenzialmente sovversiva che genera azioni individuali e collettive di protesta, di disobbedienza civile, di resistenza. Ci si oppone, da un lato, a uno status quo di agende politiche oggi riconosciute come indiscutibilmente inadeguate e, dall’altro, alla narrazione dominante antropocenica (termine abusato ma comodo…) auto assolutoria e minimizzante.
Il cinema, sia esso documentario o di fiction, assorbe questo sentimento che si diffonde ogni giorno di più spingendo le persone più diverse ad agire per l’ambiente, a fare qualcosa per uscire dal ruolo di spettatori passivi che vivranno tra le rovine della catastrofe ecologica (parafrasando Anna Tsing).
In quel qualcosa che si fa c’è la molteplicità di situazioni che abbiamo cercato di rappresentare con cinque storie di impegno ambientale, cinque landscape revolutions vere o verosimili, tanto diverse per svolgimento e protagonisti, quanto vicine nei presupposti.
Cosa accomuna gli attivisti anarchici della ZAD di Notre-Dame-des-Landes, protagonisti dell’unico documentario in programma (La scintilla) ai ragazzini che organizzano e finanziano un progetto ecologico di scala globale (La crociata)? E un’ambientalista islandese che ingaggia una guerra solitaria contro l’industria dell’alluminio (La donna elettrica) quanto può assomigliare agli ecoterroristi anarchici che minacciano di attaccare i potenti della Terra (The East) o al giovane rivoluzionario del Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger che combatte l’abuso di potere delle compagnie petrolifere e difende la sua terra devastata dalle estrazioni (Disco Boy)?
Non possiamo e non vogliamo rispondere ma di sicuro la crisi climatica è la sfida di oggi. Ne siamo la causa, ma possiamo esserne anche la soluzione e, come sempre, il racconto cinematografico ha il potere di essere molto più di un semplice strumento di intrattenimento. Anche su questi temi può essere infatti una forza motrice eccezionale nell’aprire nuovi orizzonti di consapevolezza e ispirare azioni individuali e collettive per plasmare un futuro più sostenibile e giusto».
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