"Il Padiglione sull'Acqua": proiezione del film su Carlo Scarpa
Giovedì 25 gennaio alle ore 18, nell’auditorium degli spazi Bomben di Treviso, la Fondazione Benetton Studi Ricerche propone, con il patrocinio della Fondazione Architettura Treviso (FATV) e dell’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Treviso, la proiezione del docufilm su Carlo Scarpa, Il padiglione sull’acqua, di Stefano Croci e Silvia Siberini (Italia/Olanda/UK 2023, 78’, prodotto da Caucaso, Freetowork e Pop Homage).
L’appuntamento, organizzato nell’ambito del ciclo di incontri Dialoghi attorno a Ca’ Scarpa, è a ingresso libero, fino a esaurimento dei posti disponibili. Interverranno Luigi Latini, direttore della Fondazione Benetton; Matteo Iannello, docente di Storia dell’Architettura, Università di Udine; J.K. Mauro Pierconti (in collegamento), curatore di Ca’ Scarpa e del ciclo di incontri Dialoghi attorno a Ca’ Scarpa; Stefano Croci e Silvia Siberini, registi.
Interverrà inoltre Alessandro Armani, Property Manager di Memoriale Brion per il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano, per accennare al lavoro e ai risultati del FAI dopo il primo anno di gestione del Bene e per illustrare la collaborazione messa in atto per l’evento tra la Fondazione Benetton e il Memoriale. Verrà infatti consegnato agli spettatori della proiezione delle ore 18 un coupon valido per una visita guidata a prezzo ridotto al FAI-Memoriale Brion.
Visto l’alto numero di richieste, è stata programmata, alle ore 20.45, una seconda proiezione straordinaria del film-documentario. Ingresso libero, fino a esaurimento dei posti disponibili.
Il docufilm Il Padiglione sull’Acqua e? un viaggio, estetico e poetico, nell’immaginario dell’architetto veneziano Carlo Scarpa e nella sua passione per la cultura giapponese.
Il Giappone rappresento? per lui un riferimento e uno stimolo continuo, ma fu anche il luogo dove mori?, nel 1978, all’apice della sua carriera.
Attraverso le parole del filosofo giapponese Ryosuke O?hashi, la narrazione si sviluppa lungo il filo della domanda su quale sia il senso della bellezza. E la riflessione attorno a essa apre ai molteplici legami tra le opere scarpiane, in particolare la Tomba Brion, e l’estetica tradizionale giapponese.
Se la casa del figlio Tobia rappresenta il punto di partenza del viaggio illustrato dal filmato, Venezia, – nella veste di porta verso l’Oriente e sua città di nascita –, è uno dei luoghi privilegiati in cui visitare le sue opere e rievocare così episodi emblematici della sua vita di architetto e di artista. Essi sono restituiti attraverso le parole del figlio Tobia, del pittore Giovanni Soccol, dei fabbri Pietro e Paolo Zanon, dell’architetto Guido Pietropoli, del fotografo Guido Guidi e del curatore di Ca’ Scarpa, J.K. Mauro Pierconti.
Un sentimento di consapevolezza colora tutta la narrazione; la consapevolezza, che è quel sentimento misto anche a riconoscenza, per quell’evento raro che e? la nascita di un artista, capace di lasciare dietro di sé così tante opere significative e belle.
Note di regia
Nel viaggio del 1978 Scarpa intendeva raggiungere l’antica città di Hiraizumi, ripercorrendo forse i tragitti descritti dal poeta Matsuo Basho? nel diario di viaggio che scrisse prima di morire, Lo stretto sentiero verso il profondo nord (1694). Scarpa non raggiunse mai quella città; mori? in seguito a un tragico incidente a Sendai, nello stesso giorno in cui mori? il poeta, il 28 novembre.
Conciliando un’aspirazione poetica, che asseconda una sensibilita? lirica e sognante, con un approccio filosofico, abbiamo voluto raccontare le opere dell’architetto veneziano, non solo per l’alto valore artistico che rappresentano, ma anche per la natura della sua figura, quale emblema di un incontro unico tra tradizione e modernita?, tra Oriente e Occidente. Scarpa stesso amava definirsi: «Bizantino nel cuore, un europeo che salpa per l’Oriente». Il documentario ambisce idealmente, grazie ai mezzi del cinema, a rendere manifesta e a evocare la ricerca che egli opero? in tale direzione.
La narrazione e? diretta lungo un itinerario “esperienziale”, in cui suggestioni artistiche, filosofiche e letterarie, materiali d’archivio, pensieri e memorie diventano elementi portanti per la ricostruzione del discorso colto ed emozionale di Scarpa. Nella convinzione che questa modalita? narrativa conservi in se? un certo grado di esattezza, coerente con l’intrinseca impossibilita? di circoscrivere l’esistenza e la creativita? di un’artista in un ritratto compiuto e completo. E allo stesso tempo sia occasione per avvicinarsi a un discorso dalla portata universale, quello sull’essenza dell’opera d’arte. L’opera scarpiana sembra porci con insistenza questa questione che, come in un enigma, richiede di essere risolta. Ma, piu? ci si addentra in questo tentativo, piu? il mistero su di essa si apre. Come se l’opera di Scarpa non potesse lasciarci indifferenti, e ci costringesse a interrogarci continuamente, su piu? livelli, come artisti, intellettuali, esseri umani. Pur essendo indissolubilmente legata al contesto in cui e? sorta, essa sembra presentare una forza capace di parlarci nel profondo, superando limitazioni geografiche e culturali.
Auditorium spazi Bomben, Fondazione Benetton Studi Ricerche, via Cornarotta 7, Treviso.
Ingresso alle proiezioni: libero, fino a esaurimento dei posti disponibili.
Per gli iscritti all’Ordine degli Architetti sono previsti i crediti formativi professionali.