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Dimissioni Stefano Marcon: «Soluzione entro la prossima settimana»

Continua a tenere banco la scelta del sindaco e presidente della Provincia di rinunciare alle sue cariche istituzionali. Dimitri Coin: «Il commissariamento di Castelfranco sarebbe un disastro». Martina Bertelle: «In Provincia eventuali elezioni in autunno»

Sono giorni di trattative non facili quelli che la Lega e la Provincia di Treviso stanno vivendo dopo le dimissioni di Stefano Marcon sindaco dimissionario di Castelfranco Veneto e presidente dell'Ente provinciale al Sant'Artemio. Venerdì 14 luglio le dimissioni di Marcon potrebbero diventare effettive se non saranno raggiunti nuovi accordi, portando al commissariamento del Comune di Castelfranco Veneto e a nuove inevitabili elezioni dopo l'estate per la Provincia.

Venerdì 30 giugno il presidente Marcon era atteso all'inaugurazione della rotonda "Al Baston" di Ponzano Veneto (co-finanziata dalla Provincia) ma al suo posto si sono presentati la vicepresidente Martina Bertelle e l'onorevole Dimitri Coin, segretario provinciale della Lega a Treviso. Proprio Coin è tornato sulle dimissioni di Marcon con queste parole: «Spero che entro la prossima settimana si trovi un accordo, riuscendo a convincere Marcon e a far rientrare le sue dimissioni. I problemi - continua Coin - sono nati all'interno della Giunta di Castelfranco, in attesa del 14 luglio si sta lavorando per smussare le criticità. Ricordo che Castelfranco Veneto è un comune di 30mila abitanti, se venisse commissariato sarebbe un vero e proprio disastro. Ad oggi ci auguriamo tutti che questo scenario possa essere scongiurato già a metà della prossima settimana. Per quanto riguarda la guida della Provincia lì i numeri sono ancora più grandi - conclude Coin -. Si parla di 880mila trevigiani che hanno necessità di riavere al più presto un presidente della Provincia. Il mio appello a Marcon quindi resta sempre lo stesso: rientri a ricoprire i ruoli che gli sono stati affidati».

Parole ribadite anche dalla vicepresidente provinciale, Martina Bertelle: «Entro il 14 luglio io spero che il presidente ritiri le dimissioni e torni a ricoprire i suoi ruoli istituzionali. Se questo non accadrà dovrò convocare delle nuove elezioni dopo l'estate ed entro l'autunno».

«La vicenda di Castelfranco Veneto invita nuovamente a riflettere da una parte su quanto sia sempre più difficile fare gli amministratori locali e dall’altro su quanto la politica partitica possa influenzare non solo gli ideali alla base di un’amministrazione ma anche i componenti stessi - dichiara Maurizio Cattapan, presidente Confartigianato Imprese Castelfranco Veneto - Le elezioni sono la massima espressione di democrazia, sono il momento in cui i cittadini si esprimono rispetto a un candidato sindaco ma anche sulla squadra e quindi sui componenti di una futura amministrazione. Da qui si deve ripartire e non ci si deve mai dimenticare di essere rappresentanti di un interesse collettivo. Noi rappresentanti del mondo degli artigiani sentiamo la necessità di invitare tutti a una riflessione sul fatto dell’importanza di non delegare a un commissariamento il comune di Castelfranco Veneto - continua -. Lasciamo lavorare chi ha ricevuto la delega per farlo e non ingessiamo un territorio - e conclude -. Preferisco non entrare nelle dinamiche specifiche, il mio non è un giudizio su chi possa avere ragione o meno, premesso che di ragione si possa parlare. Il nostro è un invito alla responsabilità di essere rappresentanti di una cittadinanza, di una città centrale per la Castellana che sta continuando a crescere e dove tutti, in sinergia, stiamo facendo grandi sforzi. Sarebbe bello pensare che il bene comune prevalesse così come gli obiettivi comuni. Al diavolo personalismi e schieramenti, rimettiamo in ordine i valori del lavoro, della passione e dell’impegno. Il duro lavoro per noi artigiani è all’ordine del giorno, gli intoppi non mancano così come le difficoltà ma, i bravi artigiani riescono a superarle. Questo è quello che auspichiamo per Castelfranco, di superare questo momento di difficoltà, giusto il confronto costruttivo ma no ai ricatti. Ci vuole coraggio oggi per assumersi queste responsabilità, cerchiamo di ritrovarlo».

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