rotate-mobile
Politica

Marcia della commesse: attenti alle strumentalizzazioni

Marcia delle commesse contro le aperture domenicali, la posizione dei sindacati del commercio: "Bene ogni nuova iniziativa, ma attenzione alle strumentalizzazioni"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrevisoToday

Le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil di Treviso, nell'ambito del problema delle aperture domenicali riesploso nella stampa locale negli ultimi giorni con l'annuncio di manifestazioni e presidi, intendono precisare alcune cose:   

  • "Si prende finalmente atto che il sindacato e i lavoratori del commercio non sono più soli a combattere questa battaglia, ma che anche altri pezzi della società civile (dalla Chiesa alle associazioni culturali e datoriali) e semplici cittadini oggi si rendono conto che la liberalizzazione selvaggia degli orari e delle aperture non porta alcun beneficio alla competitività delle imprese, ma provoca solo un aumento dei costi e un forte impatto negativo sull’organizzazione del lavoro non solo la domenica ma anche nei restanti giorni della settimana, rendendo molto complessa la possibilità di avere un orario lavoro che consenta di gestire e conciliare correttamente tempi di vita e tempi di lavoro.
  • Fin dal 6 gennaio 2012, il sindacato è sceso in piazza la domenica con manifestazioni e iniziative con le commesse e i lavoratori in generale che, esponendosi in prima linea, sono scesi in sciopero in alcune domeniche ottenendo in qualche caso la solidarietà dei cittadini, ma registrando anche il commento favorevole in gran parte dei cittadini alle aperture libere.
  • Sono state organizzate iniziative di protesta a Roma, si sono cercati appoggi anche dalle associazioni datoriali che, come allora, anche oggi si dichiarano contrarie alle aperture e localmente promuovono anche iniziative attraverso il gruppo Terziario Donna-Confcommercio per dire NO alle aperture domenicali indiscriminate, ma che poi di fatto non riescono a convincere la grande distribuzione, che è pure loro associata, a non effettuare tali aperture.
  • Sono stati avviati ricorsi ai TAR (nelle varie regioni) e alla Corte Costituzionale per verificare la legittimità di una legge che passa sopra le competenze regionali in materia di programmazione degli orari degli esercizi commerciali e si è ancora in attesa di avere le sentenze.
  • Si sono aperte trattative nelle aziende dove i lavoratori ci hanno dato il mandato per cercare accordi che regolino il lavoro domenicale limitando il più possibile danni derivanti ai lavoratori da una gestione unilaterale delle aziende e da aperture libere e selvagge.
  • Siamo tuttora fortemente impegnati nel rinnovo dei contratti integrativi provinciali e dei grandi gruppi con le associazioni datoriali territoriali che si dichiarano contrarie alle aperture, per trovare soluzioni che consentano di mettere una pezza al problema aperto da una legge sbagliata che trasforma il concetto di liberalizzazione da positivo a negativo.

“Abbiamo lavorato e stiamo lavorando con impegno e sacrifici da parte dei lavoratori che ci credono, quindi ci fa piacere che nuove iniziative e nuove forze sociali si rendano conto che questa legge va modificata perchè porta solo svantaggi ai lavoratori e nessuno sviluppo dei consumi, perché semplicemente sposta la spesa dei cittadini dal giorno feriale alla domenica".

"Ben vengano dunque tutte le iniziative in questo senso, ma ciò che non ci serve e al quale dobbiamo stare invece molto attenti è la strumentalizzazione delle iniziative da parte di movimenti politici o antipolitici che hanno necessità di visibilità in campagna elettorale, ma che hanno a cuore altri interessi che nulla c'entrano con il problema delle commesse e del loro obbligato lavoro domenicale".

"Del resto nuovi e vecchi paladini politici di questa battaglia governano importanti Comuni nella nostra provincia. Da lì potrebbe partire un segnale chiaro a favore dei lavoratori del commercio, servono regole chiare a cui tutti debbono assoggettarsi, senza che nessuno possa approfittare di una posizione di vantaggio momentanea che causa di fatto debolezza economica e provoca solo tensione sociale".

"Per queste persone il sindacato invece, magari con una  visibilità limitata nei media  ma con tutto l'impegno possibile, sta cercando soluzioni e quindi ben vengano i tavoli di confronto e ben venga chiunque ha delle proposte che vanno oltre la semplice protesta. Del resto i lavoratori del commercio sanno dove trovarci".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Marcia della commesse: attenti alle strumentalizzazioni

TrevisoToday è in caricamento