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Stanotte torna l'ora solare, lancette indietro, i pro e contro

Manca poco al cambio, vantaggi e svantaggi

Si avvicina il momento del cambio dell'ora, una pratica che si ripete ogni anno in Europa dal 1966. Il passaggio all'ora solare, quando le lancette dell'orologio si sposteranno indietro di un'ora - dalle 3 alle 2 della notte -, regalando una notte più lunga ma anche un pomeriggio più breve, è previsto nella notte tra sabato 28 e domenica 29 ottobre 2023: le lancette dell'orologio dovranno essere spostate indietro di sessanta minuti, dalle 3 alle 2 della notte, e l'autunno entrerà sempre più nel vivo. Le giornate si accorceranno sempre più ma si dormirà anche un'ora in più.

L'ora solare resterà in vigore fino all'ultimo weekend di marzo: poi si tornerà all'ora legale nella notte tra sabato 30 e domenica 31 marzo 2024. I dispositivi digitali come smartphone, smartwatch, pc, tablet e console si aggiorneranno in maniera automatica, mentre dovremo ricordarci di cambiare manualmente i 'vecchi' dispositivi analogici.

Cambio dell'ora: vantaggi e svantaggi

L'ora legale consente di avere un'ora in più di luce alla sera nei mesi caldi: ciò si traduce in un risparmio dello 0,2% sul consumo di energia elettrica. Se l'ora legale restasse in vigore tutto l'anno però deve essere albe molto buie e meno ore di luce alla mattina. Di contro più luce la sera e le giornate sembrano più lunghe.

Cambio ora, i disturbi

Nella notte del cambio dell'ora si potrà dormire un'ora in più, ma sono noti i disturbi causati dal passaggio all'ora legale. Insonnia, sonno interrotto, difficoltà ad addormentarsi, ripercussioni sulla concentrazione e sullo stress sono quelli più comuni. Bisognerà cercare di adattarsi in fretta all'alternanza tra luce e buio: un modo è quello di anticipare l'orario dei pasti e quello del sonno.

Ma sarà l'ultima volta?

Sono soprattutto i Paesi nordici a chiedere all’Europa di abolire l’ora solare, sostenendo che lo spostamento delle lancette due volte l’anno causerebbe alcuni problemi allo stato psico fisico delle persone. In realtà però una decisione definitiva non è mai stata presa e si può supporre che quella del 2024 non sarà l'ultima volta, l'Italia al momento non ha ancora preso una posizione in merito.

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