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Resistenza partigiana nel trevigiano: Carmen, Bruna, le staffette, e gli eroi

Cosa successe nella nostra provincia dal 8 settembre 1943 al 25 aprile 1945

L’8 settembre del 1943 è una data indimenticabile nella storia d’Italia: il giorno dell’annuncio dell’armistizio con gli Alleati e della vergognosa fuga del re e di molti generali da Roma. Quel giorno iniziò la guerra civile, ma anche la riscossa contro il nazismo. La Resistenza veneta ebbe inizio ufficialmente dopo l'Armistizio e terminò con la fine della seconda guerra mondiale. Nasce il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN): gli antifascisti cercano di coprire il vuoto di potere. Iniziano ad organizzarsi le prime formazioni partigiane che daranno vita a forme di Resistenza armata e civile per i restanti venti mesi di guerra. A Salò si forma la Repubblica Sociale Italiana fortemente voluta dai nazisti per meglio poter operare sul territorio italiano. Nel trevigiano si formano gruppi di reduci, prima nella pedemontana dal Cansiglio al Grappa, poi in pianura, dove è più difficile nascondersi, a Treviso e Oderzo, Montebelluna e Castelfranco.

La staffetta Carmen

Noris Guizzo nasce il 1 maggio 1918 a Selva del Montello. I genitori Antonio e Adele gestiscono un’osteria. Nel 1930 il padre muore prematuramente. La madre per mantenere la numerosa prole si occupa del forno di famiglia. Noris contribuisce al bilancio familiare andando a servizio presso alcune famiglie benestanti della zona. Emigra in cerca di lavoro a Torino, dove già vivevano un fratello e una sorella. Dopo l’armistizio entra in contatto con le prime formazioni partigiane piemontesi, diventando staffetta. Tornata a Selva per curare il fratello, partigiano sul Cansiglio, decide di entrare nella resistenza locale, diventando staffetta della Brigata Mazzini col nome di Carmen tra la pedemontana e il CLN di Treviso e partecipando direttamente a impegnative azioni armate e di sabotaggio con il gruppo guidato da Francesco Sabatucci “Cirillo”. C'è anche lei con i partigiani travestiti da tedeschi che liberano 70 prigionieri dalle carceri di Belluno senza sparare un colpo. Il 19 novembre del 1944 viene catturata, tradita da "Tarzan" partigiano della brigata Cirillo, che per sfuggire alla fucilazione passa con le Brigate Nere. Nel gennaio 1945 è trasferita a Palazzo Giusti dove viene orrendamente seviziata dalla Banda Carità e dove le viene brutalmente comunicato l’assassinio di “Cirillo”. Viene ritrasferita a Treviso, sistemata come donna di servizio, e sorvegliata a vista, in casa di un capitano fascista, accanito persecutore di partigiani, da dove riesce a fuggire il 19 aprile, aggregandosi alla brigata garibaldina “Wladimiro Paoli” della Divisione Francesco Sabatucci e partecipando alla liberazione di Treviso.
" la cosa terribile è che mi hanno messo un ferro rovente nell'utero: mi hanno bruciato tutto. Mi hanno bruciato il clitoride, anche le ovaie. Ora sono come una pianta secca."
Noris non ha mai tradito. Dopo la liberazione si presenta davanti alla Corte di Assise straordinaria di Treviso, e con la sua testimonianza inchioda squadristi responsabili di violenze e omicidi. Quando vede che molti di loro vengono subito liberati, sceglie di lasciare l'Italia e partire per l'Argentina. Separata e sola, muore drammaticamente nel 1967. 

La staffetta Bruna

Bruna Fregonese è nata il 28 marzo 1924 a Treviso, nel quartiere di Fiera, in cui ha sempre abitato fino alla sua morte, il 28 ottobre 2011.
Proviene da una famiglia antifascista; il padre, ferroviere, sindacalista e socialista, viene licenziato nel 1923 con la motivazione ufficiale di “scarso rendimento”, come avveniva in quegli anni, in realtà perché antifascista. 
A scuola Bruna, alunna modello, è lodata e citata ad esempio per i suoi bei temi da quella stessa maestra che poi la bistratta e la isola all’ultimo banco, dandole del “sangue di sovversivi”. Poiché la famiglia non frequenta la chiesa e Bruna non è stata battezzata, il parroco si aggiunge alle angherie della maestra.
E’ costretta a lasciare la scuola a 11 anni (il padre dirà che “è quella che ha pagato più di tutti in famiglia l’antifascismo”) e già a 12-13 anni comincia a lavorare come camiciaia.
Dopo l’8 settembre ’43 con gli abitanti del quartiere la famiglia da’ aiuto ai militari sbandati, con la collaborazione dei ferrovieri. Casa Fregonese diventa un importante punto di riferimento per gli antifascisti e lo sarà fino alla Liberazione, vi arrivano i compagni provenienti da altre città.
Bruna comincia a fare la staffetta partigiana; come dice lei stessa “è venuto così, era naturale”. Con la sua fida bicicletta (mezzo che ha usato fino a pochi mesi dalla sua morte) Bruna percorre le strade della provincia per portare pacchi di stampa, medicinali per i partigiani feriti, ma anche pacchi di armi, consegna comunicazioni importanti e fa da collegamento tra varie attività della resistenza. E’ ben consapevole dei rischi che corre, soprattutto come donna, ma non si tira mai indietro. Anzi pur attenendosi alla disciplina dell’organizzazione, è spesso in grado di prendere decisioni autonome in situazioni particolari con brio eastuzia. Dopo la Liberazione Bruna riceve il diploma di medaglia garibaldina e la croce al merito di guerra.

Gli eroi della Marca

La cronologia della resistenza nel trevigiano

1943

  • 08 settembre Il comitato antifascista invita invano alla resistenza antitedesca il Comandante di Piazza di Treviso 
  • 12 settembre Occupazione tedesca di Treviso. Si costituiscono i primi nuclei armati di resistenza: promotori prevalentemente militari e comunisti in Pedemontana, Grappa e Vittoriese; cattolici in Castellana. Prime azioni di sabotaggio. 
  • 13 ottobre Il CLN Veneto crea un comando militare regionale novembre Ondata di arresti nella rete clandestina 

1944
gennaio Scioperi a Treviso, Castelfranco, Spresiano e Vittorio Veneto 

  • febbraio Iniziano le azioni partigiane contro i municipi per bruciare i registri di leva ed i documenti relativi all'ammasso obbligatorio 
  • 9 marzo Sciopero alle cartiere Burgo di Mignagola: quattro arresti 
  • 16 marzo Sciopero alla Lazzaris di Spresiano 
  • 18 marzo Crespano, manifestazione di donne contro l'arresto di un renitente. Scioperi a Castelfranco, con arresti di operaie, a Treviso e a Villorba. Si costituiscono il btg. "Matteotti" nella pedemontana del Grappa; il dia "Ferdiani" (ex "Buscarin") ed il btg. "Vittorio Veneto" in Cansiglio; il "Toliot" sopra Bevine; "Mazzini" e "Piave" in pedemontana. In pianura agiscono nuclei prevalentemente garibaldini in sinistra Piave e cattolici in zona Castelfranco-Montebelluna 
  • 7 aprile Bombardamento di Treviso: 1300 morti 
  • maggio Un nuovo bando di leva aumenta il numero dei partigiani. Le formazioni del Cansiglio si uniscono nella Brigata (poi divisione) "Nannetti". 190 operai scioperano alla Lazzaris di Spresiano. Attacchi partigiani ai presidi fascisti di Crocetta del Montello, Cornuda, Col S.Martino, Valdobbiadene, Nervesa, Possagno 
  • giugno Vengono istituiti i comandi militari regionali delle forze partigiane 
  • luglio nasce la "zona libera" in area pedemontana (da Bevine al Quartier del Piave) e in Cansiglio. 
  • 11 agosto tentativo fascista di attacco bloccato dalla "Mazzini" a Collalto fine agosto brucia Solighetto ed, in seguito, Pieve di Soligo. Le formazioni del Quartier del Piave si portano in Cansiglio 
  • 6 settembre inizia il rastrellamento del Cansiglio 
  • 10 settembre i partigiani del Cansiglio si sganciano dando il via alla "pianurizzazione" 
  • 20 settembre inizia il sanguinoso rastrellamento del Grappa che si conclude con l'annientamento delle formazioni partigiane del massiccio. A Bassano vengono impiccati 32 partigiani ottobre sulla sinistra Piave si ricostituisce la "Nannetti", mentre sulla destra nasce la "Belluno" 
  • 8 ottobre Primo Visentin "Masaccio" promuove la costituzione della nuova brigata "Martiri del Grappa" 
  • inverno '44 la "Nannetti" è di nuovo in Cansiglio con almeno 100 uomini 

1945

  • febbraio-marzo nella pianura trevigiana si costituiscono le brigate garibaldine della futura div. "E Sabatucci", ai piedi del Grappa nasce la div. "Montegrappa
  • 23 aprile  i partigiani della "Nannetti" predispongono un piano di difesa delle centrali di Fadalto 
  • 26 aprile liberata Asolo
  • 28 aprile liberate Oderzo, Vittorio Veneto, Quartier del Piave, Conegliano.  Bloccata un'ingente colonna tedesca tra Conegliano e Vittorio. Il CNL provinciale assume i poteri di amministrazione e governo del territorio, in attesa degli Alleati
  • 29 aprile liberate Treviso e Castelfranco Veneto
  • 30 aprile  liberata Montebelluna
  • 30 aprile  arrivo degli Alleati (prime avanguardie) a Treviso
  • aprile- maggio  eccidio di Castello di Godego; esecuzioni sommarie di fascisti condannati dai tribunali partigiani di Oderzo, della Cartiera Burgo, di Valdobbiadene e di Vittorio Veneto; ultimi rastrellamenti contro tedeschi e fascisti ed eliminazione dei nuclei di resistenza da parte dei partigiani 

Le medaglie d'oro per il valore

Treviso - Medaglia d'oro al valor militare 

«Fiera delle sue tradizioni di libertà che già ne fecero centro attivissimo del Risorgimento Nazionale; supremo baluardo della Patria sulle rive del Piave nella guerra 1915 - 1918; sollevò dalle sventure dell'8 settembre 1943 la fiaccola della resistenza; eccitò alla lotta contro il tedesco invasore; organizzò le prime schiere armate della pianura e della montagna; fu per tutto il periodo della dominazione straniera, l'anima di una resistenza indomabile di popolo e di brigate partigiane, spiegando energie combattive e capacità direttive in tutta la regione veneta. Dilaniata nelle carni dei suoi figli caduti davanti ai plotoni d'esecuzione nemici; distrutta nei suoi edifici; bagnata nelle sue piazze dal sangue di vittime innocenti, lasciò alla storia d'Italia 248 caduti e 144 feriti partigiani; 10.261 internati e deportati politici; 1600 uccisi e 350 feriti per bombardamenti e il ricordo delle epiche gesta della sua insurrezione, allorché il popolo, accorso tra le rovine di 3783 case distrutte, combatté al fianco dei partigiani, unito a loro in un unico slancio di fede e di libertà. — Settembre 1943 - aprile 1945.

Vittorio Veneto - Medaglia d'oro al valor militare 

«Amore di Patria, spronando l'antica volontà di vittoria a piegare il destino, risuscita Vittorio Veneto. Per venti mesi di guerriglia atrocissima, sola ed indoma, organizza, sostiene ed alimenta i cittadini compatti nella rivolta contro il duplice servaggio e di cinquemila partigiani che, scolta insonne, lottano sulla sinistra del Piave e sui valichi montani a difesa della dignità d'Italia. Contro la rabbia nemica i volontari della libertà, donando ai vivi l'anima dei morti, confermano fieramente la nobilissima tradizione a conservare la libertà piegando la ferocia e la distruzione. Domata la tracotanza avversaria, costretto alla resa il nemico in ritirata, la città, libera per la tenacia dei figli, consacra all'epopea del nuovo riscatto il suo sacrificio di sangue e di mezzi. — Settembre 1943 - aprile 1945.

Fonti: Istresco, video da Documentalia di Giuseppe Taffarel: ricostruzione di un drammatico episodio della lotta partigiana avvenuto nel Trevigiano nel luglio del 1944, dove un rastrellamento delle milizie nazi-fasciste portò alla cattura e all'impiccagione di oltre settanta partigiani.

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