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Il Vescovo di Treviso: gli auguri di Pasqua con le parole della "Pacem in terris"

Monsignor Michele Tomasi ricorda il 60° anniversario della pubblicazione dell'enciclica alla quale contribuì anche un prete trevigiano, Monsignor Pietro Pavan

Auguri di Pasqua un po’ particolari, quelli che il vescovo Michele Tomasi ha voluto rivolgere alla diocesi attraverso il settimanale diocesano “La Vita del popolo” e con un opuscolo donato ai sacerdoti alla Messa del Crisma e a disposizione di tutti nel sito www.diocesitv.it. Sono auguri che prendono spunto da un’enciclica, la “Pacem in terris” di papa Giovanni XXIII, di cui ricorre il 60° anniversario della pubblicazione. Il Vescovo Michele scrive il suo messaggio di auguri a partire da questo documento, al quale contribuì anche un sacerdote trevigiano, mons. Pietro Pavan.

«Ci troviamo oggi a sessant’anni dal giorno in cui il santo Papa ha donato al mondo un documento che fu all’epoca molto importante, e che viene considerato uno dei contributi più rilevanti del magistero della Chiesa nel XX secolo” scrive il Vescovo, ricordando che il Papa si rivolse “a tutti gli uomini di buona volontà”, non solo ai credenti.

«Ancora oggi quelle pagine scritte “sulla pace fra tutte le genti, fondata nella verità, nella giustizia, nell’amore, nella libertà”, come recita il suo sottotitolo, possono essere di ispirazione per vivere da cristiani in un mondo in rapido cambiamento, scosso da inquietudini e guerre. Era il Giovedì santo quel giorno di sessant’anni fa, e già a gennaio il Papa aveva pensato questo suo messaggio come la sua «enciclica di Pasqua». Nell’ottobre dell’anno prima il mondo aveva sfiorato lo scoppio di una terza guerra mondiale, durante la cosiddetta crisi di Cuba, che vedeva Unione sovietica e Stati Uniti d’America contrapposte con la minaccia nucleare. Anche grazie ad un intervento di papa Giovanni la crisi fu superata, ma la preoccupazione per la pace rimase presente al Papa, che viveva le condizioni del mondo con autentica trepidazione”. Assieme al Papa anche altri condividevano il senso di un tempo ricco di possibilità, ma anche gravato di pericoli. Tra questi c’era Pietro Pavan, un sacerdote trevigiano, nato a Povegliano nel 1903, studioso di filosofia, teologia ed etica sociale, politica ed economica, che aveva insegnato al Seminario di Treviso dal 1933 al 1946, e che all’epoca dell’enciclica era professore all’Università lateranense a Roma, istituto di cui sarebbe poi stato anche rettore. Papa Giovanni Paolo II lo creò cardinale nel 1985. Morì a Roma nel 1994.

L’eredità che Pavan ci lascia, sottolinea il Vescovo, «è di coltivare la riflessione e l’impegno per continuare a vivere nel mondo di oggi, con le sue esigenze, le sue fatiche e le sue possibilità, in maniera autentica e creativa secondo il Vangelo”. Un’«enciclica di Pasqua» pubblicata il Giovedì santo, con il contributo determinante di un prete trevigiano, dunque: “Ecco perché quest’anno parto da qui per fare a tutta la Diocesi i miei auguri di Pasqua. Il messaggio sulla pace che Papa Giovanni stava per consegnare all’umanità si intreccia con il momento in cui si celebra l’istituzione dell’Eucaristia, il dono supremo di Gesù, “pane della vita… carne per la vita del mondo». Anche noi, che celebriamo il Giovedì santo, anche noi ogni volta che celebriamo l’Eucaristia siamo al cuore della vita, alle sorgenti della pace. Ogni nostro impegno per il bene e per la pace trova il suo motivo, la sua forza, il suo motore nella presenza di amore del Signore risorto tra noi, con noi e per noi”. È dunque «enciclica di Pasqua» non solamente per la data che porta, spiega mons. Tomasi, ma “perché vive della forza della Pasqua, del saluto del Signore risorto ai suoi: «Pace a voi!» (Gv 20, 19.26)».

«Faccio mio - dice il Vescovo - l’invito che ci ha fatto alla fine dell’anno scorso papa Francesco, di leggere la «Pacem in Terris», perché ancora attualissima. Essa ci invita a vederci nell’ordine dell’universo: facciamolo con in mano, nella mente e nel cuore la bussola dell’enciclica Laudato si’ alla ricerca di passi di conversione ecologica”. Per vivere l’armonia tra persone, Istituzioni, Nazioni basandoci - come indica la Pacem in terris - sul fondamento della dignità della persona e sui quattro pilastri della verità, della giustizia, dell’amore e della libertà”. Questo ci permetterà, aggiunge il Vescovo, di “scoprire i segni del nostro tempo che ci indicano la strada da seguire, che dovremo riconoscere, accogliere, promuovere”.

«In ogni ambito della nostra vita e della nostra responsabilità il Risorto viene a incontrarci e ci dona la pace. Il mio augurio di Pasqua - conclude - è di poter ricevere assieme questo dono, e di poterlo condividere con tutti».

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