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Attualità Santa Bona / Via Santa Bona Nuova

I detenuti del carcere minorile incontrano un non vedente e il suo cane guida

L'iniziativa, fortemente voluta dal direttore Girolamo Monaco, si è svolta venerdì scorso nell'istituto di Santa Bona. Tra i temi affrontati la resilienza e il cambiamento. Intanto per la rivolta dell'aprile 2022 si sta per chiudere l'indagine della Procura minorile: tra loro c'era anche il giovane che aggredì a coltellate, nel marzo 2021, Marta Novello

Un uomo non vedente, accompagnato dal suo cane guida, ha incontrato venerdì scorso, 16 febbraio, i detenuti del carcere minorile di Santa Bona per parlare di resilienza e cambiamento. «La sua vita a confronto con la vita di chi ha commesso errori. La dimensione rieducativa del carcere» così ha spiegato Girolamo Monaco, direttore Istituto Penale per minorenni di Treviso e principale promotore dell'iniziativa che ha coinvolto e avuto successo tra i ragazzi. Si tratta di un'iniziativa che sarà ripetuta.

Negli ultimi anni la struttura trevigiana è stata al centro della cronaca e in particolare si sta per concludere l'iter giudiziario per i protagonisti della rivolta, avvenuta nell'aprile 2022, che aveva portato alla temporanea chiusura della struttura di via Santa Bona nuova, attigua alla casa circondariale. Le indagini hanno portato a identificare dieci giovani protagonisti delle tensioni (con materassi, mobili incendiati, agenti aggrediti con estintori), tra cui un 20enne di Bolzano e un 22enne di Trieste che guidarono la sommossa e devono rispondere di lesioni personali, resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento e devastazione. Tra gli altri otto detenuti, la cui indagine è in procinto di chiudersi, figura anche il 16enne che accoltellò con 23 fendenti Marta Novello il 22 marzo del 2021, a Marocco di Mogliano, mentre la donna stava facendo jogging in via Marignana. In seguito alla rivolta il giovane fu trasferito in una struttura di Napoli da cui fu poi scarcerato per un vizio di forma (un errore nella trascrizione di una data del suo ingresso in comunità, come prevedeva la sentenza di secondo grado) per poi fuggire con la madre in Inghilterra. Prima di guadagnare la libertà era stato condannato a 6 anni e 8 mesi in primo grado, pena ridotta a 5 anni in appello. La Cassazione ha poi annullato la condanna.

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