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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca Quinto di Treviso

Lega trevigiana, torna la "voglia" di Nord

Cinquecento militanti hanno affollato, ieri 24 febbraio, il Bhr per l'assemblea dei militanti trevigiani. Sullo sfondo la questione del terzo mandato per Luca Zaia che dice alla platea: «C'è la Liga, c'era la Lega Nord, è quello il nome che mi piaceva decisamente di più»

Torna la "voglia di Nord" nella Lega trevigiana, chiamata ieri 24 febbraio, al Bhr di Quinto, all'assemblea dei militanti trevigiani. In 500 hanno affollato l'hotel a pochi passi dal centro cittadino in quella che qualcuno ha già ribattezzato la "giornata dell'orgoglio e dell'identità", della storia e delle radici del movimento.

E' una ovazione per Luca Zaia, il presidente (uscente) della Regione Veneto quando dice «Posso? Mi piaceva di più Lega Nord». «C'è la Liga, c'era la Lega Nord – scandisce tra gli applausi scroscianti il governatore - è quello il nome che mi piaceva decisamente di più». A fargli eco sono anche le parole del primo cittadino di Treviso Mario Conte che afferma «Anche a me il nome Lega Nord suonava meglio». A richiamare tutti con i piedi per terra ci pensa Gian Paolo Gobbo, il padre nobile del movimento. «Questa è la Lega, questa è la casa - tuona dal palco - fuori non si va, anche perché si sa come finiscono i partitini venetisti e autonomisti». Ma ricorda la «la storia ultramillenaria del Veneto, oscurata da poteri e fascismi».

Sullo sfondo, ma neppure tanto, c'è la questione del terzo mandato per Zaia. I più espliciti sono il segretario provinciale Dimitri Coin e l'assessore della giunta regionale Federico Caner. Per il primo la Lega non si farà « spaventare dalle percentuali degli altri, Conte a Treviso e non solo lui dimostrano che quei voti (e fa riferimento a Fratelli d'Italia n.d.r. ) sono nostri e possiamo riprenderceli, da artefici del nostro destino». Caner invece decide di affondare sul fronte squisitamente politico. «Non è scritto da nessuna parte - afferma - che il segretario debba essere lombardo, qui in Veneto abbiamo un peso e una storia, ma ci sono anche altre regioni, e comunque dovremo avere un altro peso e coinvolgimento nel partito». E ancora: «Si deve toglie il nome di Salvini dal simbolo, un conto è usare il nome di Zaia, Fontana o Fedriga per una lista che corre alla elezioni, ma la casa va oltre ogni componente singolo. Noi siamo un partito territoriale , né di destra né di sinistra, Salvini l'ha trasformato senza un congresso in un partito di destra e nazionalista».

Nella Lega trevigiana c'è insomma tanto amarcord per il passato. Ma forse anche un progetto programmatico per il futuro. A dichiararlo é ancora una volta, Luca Zaia. «Vorrei un partito del lavoro, un labour degli operai e dei giovani».

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