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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Aggrediti dalla "baby gang", le vittime: «Sono stati 5 minuti di terrore»

Nell'aprile del 2019 due ragazzi, uno di 17 e l'altro di 19 anni, sono stati rapinati da almeno sette giorvani, tutti di origine straniera, in pieno centro a Treviso. Nel mirino dei bulli c'era una cassa per la musica di proprietà di una delle vittime. Oggi i due giovani hanno testimoniato nel corso del processo in cui i tre imputati sono accusati di rapina, estorsione, lesioni personali e violenza privata

«Sono stati 5 minuti di autentico terrore: mi hanno accerchiato e colpito, sono andato a terra ma loro continuavano a picchiarmi». E' drammatica la deposizione di uno dei ragazzi (che al tempo aveva solo 17 anni) vittime di una baby gang in pieno centro a Treviso. La testimonianza è avvenuta oggi, 15 dicembre, nel corso della udienza del processo in cui tre giovani, A.Z., 21 di Conegliano, A.K., 25enne di Treviso e W.B., 21 enne di Treviso, devono rispondere dei reati di rapina aggravata, lesioni personali, estorsione e violenza privata.

L'aggressione avvenne il 27 aprile del 2019 nei pressi della stazione della Mom a Treviso. Le vittime sono due amici, che allora avevano 19 e 17 anni, si stavano dirigendo verso la Loggia dei Cavalieri. Con loro avevano una cassa musicale portatile che è diventato il motivo del contendere. I tre, aiutati da altri quattro (di cui uno minorenne) tutti di origine straniera, si sarebbero scagliati contro il 17enne che aveva la cassa in mano mentre gli altri avrebbero impedito all’amico, proprietario dell’apparecchio, di intervenire. L’azione è stata fulminea e soprattutto violenta, con calci e pugni al volto e al corpo del 17enne, spinto contro una colonna e malmenato anche quando era a terra. Portato al pronto soccorso gli erano state diagnosticate ferite giudicate guaribili in cinque giorni.

«Ricordo poco di quegli istanti - ha raccontato in aula uno degli aggrediti - mi hanno circondato e poi mi tirato un pugno sull'occhio sinistro. Io sono finito a terra: sentivo una voce che diceva di fermarsi ma hanno continuato a picchiarmi ed hanno preso la cassa musicale». «Quando ho chiesto che me la restituissero - ha invece raccontato l'altro nel corso della sua deposizione - mi hanno detto che volevano un centinaio di euro altrimenti se la sarebbero tenuta».

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