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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca Centro

Violenza in città, Conte: «Servizio civile obbligatorio per i responsabili»

Dopo l'aggressione di venerdì scorso in vicolo Rialto a Treviso, il sindaco lancia l'idea per combattere il fenomeno baby gang e annuncia che incontrerà sia la vittima del pestaggio, il 50enne, che i giovani autori del linciaggio

Tiene ancora banco il caso dell'aggressione avvenuta venerdì scorso in vicolo Rialto a Treviso: le immagini del pestaggio di due ragazzini di 17 e 15 anni ai danni di un 50enne sono finite nei giorni scorsi anche nei tg nazionali, con la loro crudezza. Per combattere il fenomeno della violenza giovanile in città, il sindaco di Treviso, Mario Conte, ha invocato l'istituzione del servizio civile e annunciato che incontrerà personalmente i protagonisti di questa vicenda, senza dubbio una brutta pagina per la città.

«Incontrerò sia le famiglie dei ragazzi che il cittadino che è stato aggredito, per portare la vicinanza della città» ha spiegato stamattina, 8 aprile, il primo cittadino a margine di un evento che si è svolto in mattinata «però credo che questo caso serva per far riflettere le istituzioni, le famiglie, l'intera comunità su quelle che sono le criticità alla base degli atti di violenza perchè ci si concentra sempre molto su un tema di sicurezza pubblica e ci si dimentica in realtà che alla base di questi eventi c'è un tema molto più preoccupante che è un tema sociale e culturale e anche in questo caso io credo che serva dare una svolta: se c'è un vuoto educativo in questi ragazzi, come mi pare abbastanza evidente, proprio a detta dei genitori stessi, le istituzioni devono trovare il modo per sostituirsi».

In che modo? «Credo che un periodo di servizio civile, a disposizione delle persone più in difficoltà, dei disabili e degli anziani, obbligatorio che non impedisca di fare anche altri percorsi educativi come l'Università o il lavoro» ha detto Conte «ma sia complementare possa essere uno strumento per accompagnare questi giovani in un percorso delicato della loro vita, che è l'adolescenza, a rimanere dentro il selciato delle norme e del rispetto reciproco, quindi lancio anche in questo caso una proposta perchè ci tengo a dire che quello che stiamo vedendo a Treviso non è un problema della comunità trevigiana. Certo lo è nel momento in cui succede qua ma è, haimè, un problema anche su scala nazionale, anzi forse in altre realtà è ancora più accentuato. Questa non deve essere ne' un'alibi ne' una giustificazione ne' un motivo per sottovalutare il problema: vogliamo affrontare con grande determinazione ma serve l'aiuto da parte di tutti: il Sindaco faccia il sindaco, le Istituzioni facciano le istituzioni, le scuole le scuole ma i genitori facciano i genitori».

Forse abbassare la soglia di punibilità potrebbe essere la chiave di volta. «Uno dei protagonisti ha un curriculum criminale importante» osserva il sindaco «e il fatto che fosse in giro per la città a scorrazzare con la bicicletta e soprattutto a picchiare un 50enne francamente mi preoccupa, quindi è evidente che noi dobbiamo agire anche da un punto di vista normativo per responsabilizzare questi ragazzi una volta che commettono il reato. E' altrettanto vero che l'obiettivo mio è quello di prevenire i reati e lavorare sull'educazione, lavorare sulla sensibilizzazione e il rispetto: dobbiamo partire dai più piccoli però serve un'azione comunitaria. Dove sono presenti dei vuoti formativi da parte delle famiglie le istituzioni si possono inserire con il servizio civile obbligatorio».

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