Imu, più 270 per cento rispetto all'Ici: massacrate le fasce deboli
Il rincaro dell'imposta sulla casa, rispetto alla vecchia Ici, è stato in media del 40 per cento, ma ha toccato punte del 270 per cento. Le più colpite, paradossalmente, le categorie più indigenti
Sono scaduti i termini per pagare l'imposta municipale unica: i trevigiani hanno le tasche ben più leggere e si tirano le prime somme.
Si scopre così che l'aumento, rispetto alla vecchia Ici, è stato in media del 40 per cento. Ma per certe categorie, le meno abbienti, il rincaro ha toccato punte del 270 per cento.
Secondo i calcoli di Cgil Treviso, la prima ragione dei rincari è legata all'aumento del 60 per cento del coefficiente moltiplicatore da applicare alla rendita catastale. Tradotto in cifre, un residente a Treviso con reddito annuo superiore ai 7.500 euro ha versato 203,20 euro di Imu, 55,20 euro in più rispetto a cinque anni prima.
La stessa cifra è stata sborsata da un cittadino con un reddito annuo inferiore ai 7.500 euro, che nel 2007 era esentato dal pagamento grazie alle detrazioni.
I rincari vertiginosi, tuttavia, non riguardano solo Treviso, ma anche quei comuni che cinque anni fa prevedevano detrazioni, esenzioni e agevolazioni sotto un certo reddito e per le categorie deboli, come Roncade, Villorba, Spresiano e Santa Lucia di Piave che, nonostante la detrazione di 300 euro per gli invalidi al 100 per cento, "vanta" l'aliquota più alta di tutta la Provincia (5,6 per mille).