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Economia

Caso Prosek, la Confraternita del Docg: «Serve avere un nome territoriale»

Enrico Bortolomiol, Gran Maestro della Confraternita di Valdobbiadene rilancia il dibattito sul nome prosecco

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrevisoToday

L’approccio al nome Prosecco non può più essere asettico né neutrale. A riaprire i termini della questione è il caso Prosek. La Confraternita di Valdobbiadene, prendendo le mosse dalla recente polemica sorta intorno al vino croato, e facendosi interprete di un forte, diffuso e serpeggiante senso di malessere, intende invitare i produttori, ma non solo, ad una approfondita e, finalmente, risolutiva riflessione: «E’ giunto il momento - spiega Enrico Bortolomiol, Gran Maestro della Confraternita di Valdobbiadene – di prendere una decisione, evidentemente non più procrastinabile, viste le continue incursioni, che penalizzano il nostro vino. È importante, oltre che imperativo a questo punto, avere un nome territoriale, con il quale, in modo inequivocabile, si espliciti sia il prodotto che il luogo di origine».

La Confraternita insomma vuole intraprendere, e portare a termine, un serio dibattito: «La questione era già stata sollevata qualche anno fa – afferma Bortolomiol -, quando avviammo tra i viticoltori eroici della Denominazione Conegliano Valdobbiadene una petizione nella quale veniva chiesta l’opinione di ciascuno in merito ai princìpi di identità e unicità territoriali». La risposta fu pressoché unanime, a sottolineare la dilagante preoccupazione per la perdita di percezione dell'identità del vino da parte del consumatore e a fronte di una generale confusione. Stimolare la consapevolezza culturale, libera da interessi esterni al territorio, rientra tra gli scopi nobili ed originali per cui la Confraternita è nata nel 1946. Ed è per questo che si ritiene debba essere avviata nuovamente una seria operazione, che porti a una chiara scelta di campo intorno al nome territoriale, anche attraverso una strategia di sensibilizzazione dell’opinione pubblica.

Il “prosecco generico” è privo di storia e di vocazione territoriale; per contro, il vino che si produce nella zona della Denominazione Conegliano Valdobbiadene racchiude in sé princìpi di identità e di unicità culturale. La Confraternita, dalla sua posizione di autorevolezza, riconosce che i tempi sono maturi per prese di posizione responsabili, che tengano in debito conto il futuro della Denominazione e la tutela del consumatore, allo scopo di eliminare confusione e dannose omologazioni.

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