"Magazzino 18" con Simone Cristicchi
Di e con Simone Cristicchi. Regia Antonio Calenda - Coproduzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia – Promo Music
Ha esordito a Trieste preceduto da un infuocata scia di polemiche, Magazzino 18 di e con Simone Cristicchi, e le ha messe a tacere tutte, fin dalla serata inaugurale della stagione 2013-2014 alla fine della quale c’è stato spazio solo per una lunga e commossa standing ovation. Sold out e standing ovation sono stati i leit motiv che hanno accompagnato questo spettacolo in tutte le sue repliche, a Trieste e in qualsiasi altra piazza italiana, facendo sì che il magazzino che dà il titolo allo spettacolo, non fosse più un solitario luogo della memoria ancora esistente nel Porto Vecchio di Trieste, ma un luogo toccante, conosciuto e condiviso, come la pagina di storia che simboleggia.
Una pagina dolorosa del nostro Novecento, lì rappresentata dalle testimonianze di tante quotidianità sconvolte dagli eventi della Storia…
Una sedia, accatastata assieme a molte altre porta un nome, una sigla, un numero e la scritta “Servizio Esodo”. Simile la catalogazione per un armadio, e poi materassi, letti, stoviglie, fotografie, poveri giocattoli, altri oggetti, altri numeri, altri nomi… Beni comuni nello lo scorrere di tante vite: interrotto dalla Storia, dall’esodo. Con il trattato di pace del 1947 l’Italia perdette vasti territori dell’Istria e della fascia costiera, e quasi 350 mila persone scelsero – davanti a una situazione intricata e irta di lacerazioni – di lasciare le loro terre natali destinate a non essere più italiane. Non è facile immaginare quale fosse il loro stato d’animo, con quale sofferenza intere famiglie impacchettarono tutte le loro cose e si lasciarono alle spalle le loro città, le case, le radici. Davanti a loro difficoltà, povertà, insicurezza, spesso sospetto e tanta nostalgia: quella che pervade la canzone di Simone Cristicchi Magazzino 18.
L’artista è rimasto colpito da tutto questo e ha deciso di farne prima una canzone e poi un testo teatrale che prende il titolo proprio da quel luogo di Trieste, dove gli esuli – prossimi ad affrontare lunghi periodi in campo profughi o viaggi verso lontane mete nel mondo – lasciavano le loro proprietà, in attesa in futuro di rientrarne in possesso. Il Teatro Stabile regionale ha coprodotto con Promo Music uno spettacolo così strettamente legato al nostro passato e così significativo per potersi affacciare consapevoli a un presente di sola armonia. Diretto dalla mano esperta di Antonio Calenda, in una messinscena che intreccia con sensibilità documentazione storica e poesia, Cristicchi parte proprio da quegli oggetti privati e semplici, per riportare alla luce le vite che vi si nascondono: le narra una ad una cambiando registri vocali, elementi di costume, atmosfere musicali, in una koinée di linguaggi che trasfigura il reportage storico in una forma nuova, in un “Musical-Civile”.