A Treviso l'inaugurazione della mostra "Public #intimacy"
La mostra Public #Intimacy riflette sulla relazione tra spazio dell’intimità e sfera pubblica, con l’idea di rappresentare in chiave contemporanea un simbolo comune a tutti gli uomini, rintracciabile in opere d’arte di tutte le epoche: la sacralità dello spazio privato, la difesa dei confini di privatezza/segretezza rispetto all'invasione in veste pubblica di tale sfera.
La sacralità del luogo intimo emerge nelle rappresentazioni di artisti contemporanei che hanno lavorato con media diversi (dall’installazione all’arte digitale, dalla fotografia al ready made) investigando la sottile linea di confine tra sfera pubblica e intimità, sviluppando un’indagine sulla velocità con la quale tale linea venga piegata, in particolare, in quattro diversi contesti, identificati come inter-dipendenti e come parti di una stessa catena involutiva: contesti di guerra, di dittatura, di migrazione forzata e di invasione digitale. Gli artisti ci trasmettono il simbolo della difesa dei confini di privatezza/segretezza nei confronti di un quadro politico violento, o di una società violentemente inquinante, ricordandoci che nessun essere umano è immune dalle preoccupazione di voler difendere sé stesso e i propri cari da queste violazioni (con un attraversamento storico trasversale, dal crollo dell’URRS ai desaparecidos in Argentina, per giungere alla Cina dei giorni nostri). In mostra ci saranno opere di numerosi artisti contemporanei: Sylvia Griffin (Australia), Claudio Beorchia, Lorenzo Bordonaro, Silvia Cavallari, Alice Mestriner (Italia) Alexander Stepanets (Ucraina), Ahad Moslemi (Iran), Eric Maria Markowski (Argentina), Clare Charnley (UK), Lenia Georgiou (Cipro), Nathalia Tikhonova (Russia), Angela Alexander-LLoyd (Scozia).
Per l’inaugurazione, un aperitivo con l’artista Sylvia Griffin, giunta appositamente dall’Australia e una visita alla mostra. Il talk sarà tradotto simultaneamente in Italiano. L’ingresso è gratuito, è gradita prenotazione a questo link