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Alleanza Lega-Pdl alle politiche 2013, Gentilini pronto a correre da solo

Giancarlo Gentilini, candidato della Lega alle comunali 2013 a Treviso, non apprezza la scelta del Carroccio di allearsi con il Pdl alle politiche. E si dice pronto a lasciare la Lega se verrà imposta l'alleanza anche ai comuni

Riavvicinamento tra Lega e Pdl in vista delle imminenti elezioni politiche. I due partiti non hanno ancora raggiunto un'intesa sul candidato premier, ma la corsa fianco a fianco a livello nazionale e in Lombardia sembra ormai una cosa certa.

Accordo che la Lega trevigiana fatica a mandar giù, soprattutto il candidato sindaco di Treviso del Carroccio, Giancarlo Gentilini, che da tempo non manca di ribadire la propria volontà di divorziare dagli azzurri.

Lo Sceriffo di Treviso si dice pronto a lasciare la Lega, se verrà imposta l'alleanza con il Pdl anche a livello locale, e a correre da solo con una lista personale.

"Escludo in maniera categorica e definitiva che vi possa essere un accordo fra PdL e Lega per le prossime elezioni comunali a Treviso", ha dichiarato Gentilini

Il pericolo di un'amicizia forzata, tuttavia, non dovrebbe toccare il capoluogo della Marca: al momento l'alleanza tra Lega e Pdl riguarda solo la Lombardia e le elezioni politiche a livello nazionale.

"Maroni mi ha deluso - ribadisce Gentilini, amareggiato anche dall'approvazione dimostrata da Flavio Tosi e Luca Zaia - perché il nuovo corso della Lega aveva come presupposto l'assenza di qualsiasi contatto con il PdL. Il fallimento del governo Berlusconi-Bossi, occorre ricordare è dipeso esclusivamente dalla gestione di Berlusconi".

Nella decisione di Maroni il prosindaco trevigiano intravvede "il ritorno della filosofia bossiana, per cui tutti i provvedimenti vengono calati dall'alto".

"In questo modo stiamo offrendo su un piatto d'oro l'amministrazione dell'Italia alla sinistra", afferma con sicurezza Genitlini, mentre l'Euroregione alla quale punta Maroni, non appena conquistato il governo della Lombardia, "non sarà più che un miraggio", perché "l'occasione storica è stata persa durante il precedente governo".

Né basta a rassicurare Gentilini il fatto che il candidato premier non sia Berlusconi: "Il Cavaliere e il PdL sono la stessa cosa - conclude - e di fronte alla disgregazione della destra italiana, meglio offrire il petto ed essere fucilati piuttosto che pugnalati alle spalle".

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