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Aperitivo Conte-Nordio: «Non si fa prevenzione puntanto il dito sui genitori»

La consigliera comunale Carlotta Bazza (Partito Democratico) bacchetta il sindaco di Treviso: «Necessario intervenire in modo mirato e continuo con attività ricreative culturali e sociali perché, non possiamo più raccontarcela, bisogna dare nuova vita a quei luoghi che rischiano di essere fagocitati dal degrado»

L'aperitivo che ha visto protagonisti sabato scorso il sindaco di Treviso, Mario Conte, e il ministro della giustizia, Carlo Nordio, organizzato per discutere di sicurezza della città e di violenza giovanile, continua a far discutere ed è stato maldigerito dalle minoranze in consiglio comunale: da più parti si sono levate critiche sia sulle modalità dell'incontro che sull'esito dello stesso, ovvero un dito puntato contro i genitori. L'ultima punzecchiatura in ordine di tempo è stata quella della consigliera comunale del Pd, Carlotta Bazza. «Il tanto discusso aperitivo Nordio/Conte mi costringe ad intervenire nuovamente sul disagio sociale che la nostra città sta vivendo» ha sottolineato «Trovo davvero fuoriluogo colpevolizzare le famiglie e minimizzare il problema sociale che deve essere arginato il prima possibile. In questi ultimi mesi possiamo dire di aver compreso chiaramente che la sola militarizzazione della zona di piazza Borsa non basta. Infatti nonostante i controlli e le pattuglie h24 si sono nuovamente verificate aggressioni e atti vandalici».

«Ribadisco che è necessario intervenire in modo mirato e continuo con attività ricreative culturali e sociali perché, non possiamo più raccontarcela, bisogna dare nuova vita a quei luoghi che rischiano di essere fagocitati dal degrado» continua la consigliera comunale del Pd «Rimango poi basita dal fatto che il sindaco veda come sede adatta a trattare temi così importanti un aperitivo aperto a tutti con il ministro Nordio. Vogliamo un confronto all'interno di un tavolo dedicato alla questione sociale che coinvolga tutti i soggetti: scuole, famiglie, associazioni, parrocchie e istituzioni. Non è un conflitto e il sindaco non può qualvolta emerga una problematica in città porla proprio in termini conflittuali e antagonistici rispetto a chi pone questioni tanto delicate come questa, per di più se realtà competenti in materia.

«Vogliamo trovare soluzioni che emergano dall'incontro di chi è sul campo per realizzare progetti operativi» chiude Bazza «La prevenzione non si agisce puntando il dito sui genitori, su famiglie che spesso sono fragili e bisognose di aiuto. È tutta la comunità che si deve far carico di una situazione che rischia di essere sempre più fuori controllo. È stato fatto in altri comuni con le città educanti che propongono di monitorare e comprendere in modo approfondito le dinamiche del degrado sociale coinvolgendo tutte le cittadine e I cittadini».

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