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Ca' Foncello, in sciopero solo dieci dipendenti su 9550: «Nessun disservizio»

Mercoledì 14 dicembre la mobilitazione regionale della Cgil. Scarsa adesione tra i dipendenti dell'Ulss 2, presidi anche fuori dalle fabbriche della Marca. Visentin: «Legge sbagliata e iniqua, non ci fermeremo»

Solo dieci dipendenti dell'Ulss 2 (su 9550) hanno aderito, mercoledì 14 dicembre, allo sciopero indetto da Cgil Veneto per protestare contro la legge di bilancio approvata dal Consiglio dei Ministri senza nessun confronto con i sindacati.

Mobilitazione nazionale di quattro ore a inizio turno di lavoro con presidi organizzati anche di fronte alla Berco di Castelfranco, alla Smurfit Kappa di Conegliano, alla Electrolux di Susegana, alla Previmedical di Preganziol e, dalle ore 9 alle 11, un sit in di fronte all’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso. Nessun disservizio all'ospedale di Treviso dove visite e attività sanitarie si sono svolte regolarmente. Secondo il Sindacato l’inflazione costerà ai lavoratori e alle lavoratrici uno/due mesi di stipendio. È il risultato dell’aumento dei prezzi di beni essenziali per ogni famiglia: alimenti, riscaldamento, trasporto eccetera, che incideranno su redditi da lavoro che, nel nostro territorio, sono in media di 21.488 euro lordi. La manovra di bilancio non dà nessuna risposta all’emergenza salariale. La conferma della riduzione del cuneo fiscale è assolutamente insufficiente rispetto alla perdita netta di salario di centinaia di migliaia di cittadini della nostra Regione, in particolare giovani e donne che hanno livelli retributivi di gran lunga inferiori alla media: le prime hanno un reddito medio di 17.781 euro l’anno, i secondi di 19.520 euro.  Poco o nulla dunque per il mondo del lavoro, per i professioni con un reddito da 85mila euro l’anno, invece, un risparmio – grazie alla Flat Tax al 15% - di 9.600 euro l’anno. Si tagliano risorse a sanità e scuola, che pagano pesantemente il prezzo dell’inflazione, non si stanziano le risorse per i rinnovi contrattuali pubblici e per il trasporto pubblico. E come se non bastasse, lotta contro i poveri con l’abolizione del Reddito di Cittadinanza, che colpirà decine di migliaia di famiglie venete già in grande difficoltà. Gli unici a guadagnarci, con la legge di stabilità che il Governo Meloni ha presentato, sono gli evasori, ai quali sono state condonate le cartelle esattoriali, è stato aumentato a 5mila euro il tetto del contante, è stata offerta la possibilità di rifiutare il pagamento con la moneta elettronica sotto i 60 euro.

Il commento

«Questa legge di bilancio sbagliata e iniqua - conclude il leader della Cgil trevigiana, Mauro Visentin - è stata approvata dal Consiglio dei Ministri senza nessun confronto con i sindacati. Non abbiamo alternative alla mobilitazione e allo sciopero per provare a cambiare, dal basso, una manovra e una linea di politica economica che peggiorano la precarietà del lavoro, aggravano la questione salariale, alimentano l’evasione fiscale, creano un’inaccettabile disparità di trattamento tra lavoro dipendente e autonomo (sostenendo non i lavoratori autonomi poveri, bensì i professionisti benestanti). Scelte che non rimediano all’impoverimento drammatico di gran parte delle fasce popolari, con il conseguente calo della domanda interna. E a pagarne il prezzo saranno anche le imprese, che vedranno restringersi il mercato nazionale. Questo è vero particolarmente in Veneto e nella Marca trevigiana, dove il tessuto produttivo non può vivere solo di export. I prossimi saranno mesi di battaglie in favore delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati che rappresentiamo e di cui vogliamo garantire diritti e dignità, nella consapevolezza della posta in gioco: la tenuta sociale delle nostre comunità e il futuro del nostro Paese».

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