Commercianti in rivolta: «Fateci lavorare». Il sindaco: «Restiamo uniti»
Anche il primo cittadino di Conegliano, Fabio Chies ha voluto prendere parte alla protesta ordinata ma ferma delle varie categorie della città. Le partite Iva: «Ci hanno voluto distruggere socialmente ed economicamente»
Circa trecento persone si sono trovate venerdì primo maggio in piazza al grido di protesta «fateci lavorare». Commercianti, esercenti, artigiani e partite Iva ma anche semplici cittadini si sono trovati attorno alle 10, ai piedi della scalinata degli Alpini di Conegliano, per chiedere al Governo la fine delle restrizioni e il ritorno ad una vita normale.
«Ci hanno distrutto»
La manifestazione è stata promossa dall'assessore alle attività produttive, Claudia Brugioni, e dal presidente di "Conegliano in cima", Patrizia Loberto che ci ha confidato: «E' difficile ripartire con queste incertezze ma noi siamo pronti: gel, mascherine, stiamo seguendo le linee guida del Governo. Io però vorrei capire che senso hanno le riaperture così concepite e come vengono gestite in base ai codici Ateco: un supermercato può aprire, e puoi sempre prendere ovviamente il virus, e un altro negozio no? E' ora di finirla di nascondersi dietro queste cose: siamo veneti e vogliamo lavorare». Tra le partite Iva, in piazza, anche la commerciante Laura che ci racconta: «Ci hanno distrutto economicamente e socialmente. C'è la volontà precisa di qualcuno di arrivare alla distruzione del tessuto sociale, è tutto manovrato da lobby a livello globale. Ho una figlia a casa di 18 anni che piange: hanno rubato il futuro ai nostri figli, oggi siamo in piazza anche per loro».
Il sindaco: «Mani legate»
In mezzo alla gente anche il sindaco Fabio Chies che ci confida: «Sono con i cittadini perchè è una situazione impossibile da sopportare, come si fa a non essere solidali. Il problema vero è che noi primi cittadini abbiamo le mani legate: come provi a fare qualcosa ti bloccano". Il sindaco ha sottolineato poi come «Se si vuole mantenere un Paese occorre che le tasse vengano pagate, perchè vengano pagate occorre che i cittadini possano lavorare. Noi come istituzioni porteremo le istanze dei manifestanti ai livelli più alti: in questo momento occorre stare uniti». Patrizia Loberto ha consegnato al sindaco una chiave come simbolo delle "vite" di tutti coloro che formano il tessuto microeconomico della città.