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Covid, capofamiglia rom muore in ospedale, i familiari: «Vogliamo vederlo»

Muharem Salkanovic è mancato a 65 anni all'ospedale San Valentino. Da quattro giorni una trentina di parenti lo stanno vegliando fuori dall'obitorio di Montebelluna

Lunedì mattina, 4 gennaio, polizia e carabinieri sono in presidio davanti all'obitorio di Montebelluna per controllare la veglia funebre organizzata da una trentina di familiari in memoria del capofamiglia rom Muharem Salkanovic.

Come riportato da "Il Gazzettino di Treviso", la vicenda ha avuto inizio una settimana prima di Natale quando Salkanovic, 65 anni, è stato ricoverato in ospedale a Montebelluna per forti dolori alla spalla. Sottoposto a un primo tampone, era risultato negativo al Covid. Le analisi fatte al San Valentino avevano evidenziato la presenza di acqua nei polmoni. Trasferito in ospedale a Castelfranco Veneto, vi è rimasto fino al 23 dicembre. I figli lo andavano a trovare tutti i giorni chiamandolo dall'esterno perché si affacciasse alla finestra. Al telefono il 65enne raccontava ai familiari il suo ricovero: nonostante i dolori alla spalla le sue condizioni di salute sembravano buone. Il giorno prima di essere dimesso, Salkanovic ha raccontato ai parenti che una delle infermiere del San Giacomo era risultata positiva al Covid. Al momento delle dimissioni l'uomo è stato sottoposto a due tamponi: il tampone rapido ha dato esito negativo ma il molecolare è risultato positivo, costringendolo a un nuovo ricovero nel Covid hospital di Montebelluna. Anche in questo caso i familiari sono andati a trovarlo fuori dall'ospedale per vederlo e salutarlo dalla finestra. Nella notte di Capodanno però le condizioni del 65enne sono peggiorate drasticamente, portandolo in poche ore al decesso. Dal 1º gennaio una trentina di familiari è arrivata davanti all'obitorio di Montebelluna per chiedere di vedere un'ultima volta la salma del 65enne. L'assembramento nel parcheggio dell'obitorio ha richiesto l'intervento delle forze dell'ordine. Domenica mattina, 3 gennaio, i figli di Salkanovic hanno recitato una preghiera in suffragio davanti all'obitorio. Nessun atto d'accusa contro medici o infermieri, i familiari vogliono solo dare un ultimo saluto al loro capofamiglia ma le norme per i decessi legati al Covid, al momento, glielo stanno impedendo.

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