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«Minacce mafiose» all'attivista? «Intervengano i sindaci»

Dopo l'atto intimidatorio denunciato da un esponente della rete ambientalista veneta, il sindacato Cub chiede l'intervento del primo cittadino di Altivole e di quello della città del ponte: frattanto il coordinamento ecologista Covepa prepara un esposto che sarà indirizzato alla Dia

«Gli atti intimidatori di stampo mafioso» che nel Veneto si registrano a margine «delle «grandi opere» devono essere condannati apertamente dalle istituzioni e dalla politica. Pertanto «il grave atto intimidatorio patito ad Altivole da Osvaldo Piccolotto dipendente del comune di Bassano del Grappa non può lasciarci indifferenti». È questo l'incipit di una nota diffusa ieri dalla segretaria regionale del sindacato Cub Maria Teresa Turetta che interviene così dopo le rivelazioni di Vicenzatoday.it. Che in un servizio del 7 gennaio (dedicato alla celebrazione dell'Epifania della terra da parte di don Albino Bizzotto) aveva dato conto dell'episodio denunciato appunto da Piccolotto, noto per le sue battaglie ecologiste contro la Superstrada pedemontana veneta - Spv.

«SOLIDARIETÀ AL COLLEGA»: INTERVIENE ANCHE ENZO GUIDOTTO

Turetta ai taccuini di Vicenzatoday.it spiega che la riflessione fatta propria dalla Cub in queste possa essere condivisa anche dal sindaco bassanese Elena Pavan proprio perché Piccolotto «oltre che un attivista ambientalista è anche uno stimato lavoratore, geometra in forza  presso l'amministrazione» della città del ponte. «Noi di nostro - spiega la segretaria - non possiamo che esprimere la nostra solidarietà al collega». Turetta allo stesso tempo dichiara di sperare che sia Pavan sia il sindaco altivolese Chiara Busnardo si attivino per qualche iniziativa di solidarietà. A definire «assai grave» l'accaduto è anche Enzo Guidotto di Castelfranco, presidente dell'«Osservatorio veneto sul fenomeno mafioso». Visto quanto accaduto, spiega il presidente Guidotto, esperto di reati mafiosi e già consulente della Commissione bicamerale antimafia, «sarebbe importante che il sindaco Busnardo desse il là a qualche iniziativa concreta a sostegno del proprio concittadino minacciato».

OMBRE SCURE SULLE GRANDI OPERE: IL CASO DEL TAV

Ad ogni modo è sempre Turetta ad allargare lo spettro della discussione. «Sebbene noi siamo nettamente contrari alla realizzazione del Treno alta velocità, ossia il Tav, lungo l'asse Verona, Vicenza, Padova, non possiamo non condannare la brutale aggressione di cui fece le spese tra l'estate e l'autunno del 2023 il dirigente di una delle ditte incaricate di procedere coi lavori» ossia l'allora 66enne Bruno Giovannini.

«LINEA ROSSA INVALICABILE»

E la dirigente sindacale chiude così: «Indipendentemente da come la si pensi sul tema delle grandi opere, l'ombra della violenza e delle mafie va scacciata dai cantieri e dal contesto sociale veneto. Si tratta di una linea rossa invalicabile. Contiamo vivamente che le istituzioni, la politica, la società civile, il mondo produttivo, nonché il resto del sindacato, si schierino apertamente a difesa dei capisaldi della legalità e in solidarietà al collega attivista» Piccolotto: anche perché, rimarca Turetta ancora ai taccuini di Vcienzatoday.it, «le minacce mafiose non possono far parte del lessico civile delle nostre comunità, anche se qualcuno ambisce al contrario: ora quindi intervengano i sindaci».

«MAZZO DI ROSE ROVESCIATO CON LE TESTE MOZZATE»

Anche il coordinamento ecologista Covepa, che da anni conduce una battaglia contro l'attuale tracciato della Superstrada pedemontana veneta che connette Montecchio Maggiore a Spresiano, attacca gli autori, oggi senza nome, dell'azione intimidatoria che nel 2022 prese corpo a casa di Piccolotto nelle campagne di Altivole. Il vicepresidente del Covepa (l'architetto Massimo Follesa), rispetto a quanto emerso in passato racconta un altro dettaglio sulla vicenda. A Piccolotto, oltre la pelle di agnello scuoiata, sarebbe stato recapitato «un mazzo di rose rovesciato con le teste del fiore mozzate».

IN ARRIVO LE SEGNALAZIONI ALLE AUTORITÀ COMPETENTI

Questo almeno è il tenore del j'accuse pubblicato ieri sulla pagina Facebook dell'architetto. Il quale parla di «atto di intimidazione di stampo mafioso che va condannato senza indugio e senza tentennamenti». Ancora, secondo il Covepa si deve ora sperare che «l'autorità giudiziaria in questi mesi abbia proceduto con celerità». Gli attivisti del Covepa infatti dicono di aspettarsi «ora che la vicenda è divenuta di pubblico dominio, un attestato di solidarietà dalla politica tutta, ma soprattutto dal Comune di Bassano del Grappa, amministrazione presso la quale Osvaldo è un apprezzato funzionario». Ma c'è di più. L'architetto spiega di avere pronta una accurata segnalazione per le autorità competenti. «Informeremo la Dia ossia la Direzione investigativa antimafia» fa sapere in ultimo il Covepa, che non è nuovo ad iniziative del genere.

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