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Palazzo dei Trecento: «Il Comune esponga lo striscione per le famiglie arcobaleno»

La proposta di Luigi Calesso, portavoce di Coalizione Civica Treviso: «Lo striscione “Siamo tutte famiglie” venga esposto dall'amministrazione fuori Palazzo dei Trecento: se serve raccoglieremo fondi per realizzarlo»

Nei giorni scorsi il gruppo regionale veneto dell’associazione “Famiglie arcobaleno” ha reso pubblica la proposta di esporre fuori da case, negozi, municipi uffici, scuole lo striscione "Siamo tutte famiglie" per dare un segnale preciso contro gli atti discriminatori e omofobi, “per un’Italia più aperta civile ed equa”. Si tratta di una risposta tangibile all’impugnazione disposta dalla Procura di Padova del riconoscimento anagrafico di decine di figli di coppie omogenitoriali e alla carenza legislativa che esiste in materia nel nostro Paese. Numerosi striscioni sono già apparsi in tutto il Veneto in questi giorni. A Treviso, Coalizione Civica ha invitato il comune ad esporre lo striscione all’esterno del Palazzo dei Trecento, visibile per tutti i residenti e i visitatori che raggiungono Piazza dei Signori.

Il commento

Si tratterebbe di un atto chiaro a favore del riconoscimento dei diritti dei bambini di coppie omogenitoriali, diritti di cui tutti si dicono paladini, a cominciare dal nostro sindaco, sarebbe un modo per passare dalle parole ai fatti, per superare le ambiguità - le parole di Luigi Calesso, portavoce di Coalizione Civica Treviso -. La spesa, non certo esorbitante, necessaria per la realizzazione dello striscione penso possa essere tranquillamente sopportata dalle casse comunali e sarebbe ampiamente giustificata dall’importanza del gesto, come di ogni altra azione che miri all’esigibilità e all’estensione dei diritti dei cittadini. Se, però, il problema fosse quello del costo penso che non ci sarebbe nessun problema a raccogliere la somma necessaria: noi di Coalizione Civica ci mettiamo a disposizione per farlo, se l’amministrazione ritenesse di non voler attingere al bilancio del Comune. Basterebbe, insomma - conclude Calesso - che l’amministrazione comunale deliberi l’esposizione dello striscione e comunichi quel è la spesa prevista: sono certo che i trevigiani non faranno mancare il loro contributo economico per un piccolo atto di un battaglia di civiltà».

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