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Informazione, spettacolo e telecomunicazioni: Pepati nuovo coordinatore della Fistel Cisl

Una nuova importante sfida in un settore in crescita ma messo a dura prova dai forti rincari dei prezzi dell’energia e delle materie prime

Roberto Pepati è il nuovo coordinatore della Fistel Cisl Belluno Treviso. È stato eletto a fine dicembre e succede a Giuseppe Vallotto, che dal 2015 guidava la categoria che tutela il mondo del lavoro legato all’informazione (carta, televisione, stampa, editoria), allo spettacolo e alle telecomunicazioni.

48 anni, palermitano di nascita ma trevigiano d’adozione, Pepati è arrivato nella Marca poco più che ventenne in cerca di lavoro con un diploma da perito tecnico-elettronico in tasca e a Treviso ha trovato subito un impiego, prima come elettricista in una grossa azienda elettromeccanica, poi come manutentore di caldaie e condizionatori, infine come autista per una grossa impresa edile, dove ha mosso i primi passi come delegato sindacale. Nel 2011 è entrato nel Consiglio generale della Filca Cisl, la Federazione delle costruzioni, di cui diventa operatore seguendo soprattutto il settore dell’industria del legno-arredo. “La Filca - afferma - è stata la mia scuola, tutto quello che ho imparato sulla contrattazione e sul modus operandi sindacale lo dove a questa Federazione”. A fine dicembre 2022 il passaggio alla Fistel, con l’ingresso da coordinatore territoriale per Treviso e Belluno, una nuova importante sfida in un settore in crescita ma messo a dura prova dai forti rincari dei prezzi dell’energia e delle materie prime. La Fistel infatti rappresenta realtà importanti del settore cartario e cartotecnico e del comparto delle telecomunicazioni.

«Il settore della carta - spiega il coordinatore uscente Giuseppe Vallotto - è stato duramente colpito dai rincari dei costi dell’energia e delle materie prime, che sono quadruplicati. Nonostante questo, ha tenuto molto bene fino allo scorso agosto, con alcune cartiere collegate al settore del packaging che hanno addirittura superato gli 80 giorni di copertura produttiva l’anno passato, quando la media di solito è di 15 giorni. La maggior parte delle aziende cartarie ha erogato fringe benefit ai propri dipendenti per fronte all’incremento del costo della vita. C’è stato qualche rallentamento produttivo a fine anno, perché i clienti avevano la necessità di smaltire le scorte del magazzino, ma le aperture di procedure di cassa integrazione sono state pochissime, anzi, devo dire che le cartiere sono alla ricerca di lavoratori che non trovano: la figura più difficile da reperire è quella del caldaista, che richiede una preparazione professionale importante».

«Anche le aziende del settore carto-tecnico, gli scatolifici - prosegue il nuovo coordinatore Roberto Pepati - hanno risentito dell’aumento dei costi, ma lavorando nel packaging, e quindi anche molto con la grande distribuzione, non si sono mai fermate e non hanno messo lavoratori in cassa integrazione. Qualche difficoltà in più per le piccole imprese, a fine anno, così come per alcune cartiere che producono carte grafiche e che stanno iniziando per questo a investire in carte alternative, come le etichette, utilizzate nell’e-commerce e nel packaging, e per il settore della grafica, che sta risentendo dell’avvento del web: si stampa sempre meno perché le informazioni vengono veicolate online». Regge, infine, il settore delle telecomunicazioni, dove si procede spediti verso la digitalizzazione con fibra ottica.

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