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Trocellen: «Smart working alternativo e turni intelligenti fino a fine anno»

L'azienda con 40 dipendenti a Volpago del Montello sperimenterà il nuovo sistema per dare un equilibrio vita-lavoro migliore a chi lavora in produzione. Il commento del sindacato Femca Cisl: «Scelta all'avanguardia»

Smart working alternativo e turni intelligenti per dare il giusto valore al tempo di operai e impiegati, senza distinzione. Perché se è vero che per chi opera davanti a un computer il lavoro da remoto rappresenta una opzione realistica, è altrettanto evidente che chi sta in produzione svolge mansioni che prevedono necessariamente la presenza. Come colmare, o quanto meno ridurre, il divario di trattamento fra impiegati smart worker e operai che lavorano su turni a ciclo continuo? La sperimentazione in atto alla Trocellen, azienda del gruppo Furukawa che fa soluzioni in schiuma di gomma e poliolefine reticolate, con due stabilimenti a Caponago, in Brianza, e uno a Volpago del Montello che impiega 40 dipendenti, cerca di dare una risposta concreta a questa domanda.

L’impresa, in accordo con le Rsu e Femca Cisl, unica Federazione sindacale presente in azienda, ha sviluppato, partendo dall’esperienza fatta nel periodo della pandemia, un nuovo modello organizzativo che è stato votato dai dipendenti e che sarà testato sino a fine anno in tutti i siti produttivi del gruppo. L’obiettivo, è quello di favorire misure di conciliazione vita-lavoro per tutti i lavoratori e bilanciare il divario tra smart worker e deskless che non possono lavorare da remoto. Alla base del progetto, una profonda flessibilizzazione della settimana lavorativa. Tutti gli impiegati avranno diritto a svolgere il 50% del tempo di lavoro da remoto e il restante 50% in sede. Per il personale di produzione, invece, è stata messa a punto una diversa organizzazione della settimana lavorativa: dal lunedì al giovedì, si lavora per 8 ore continuate, con una pausa di 20 minuti per consumare un pasto. Le 4 mezze ore lavorate in più saranno recuperate sul venerdì, quando si uscirà 2 ore prima (o il sabato in caso di lavoro straordinario). Così, nei primi 4 giorni della settimana si lavora su turni di otto ore continuate (6-14, 14-22 e 22-6), mentre il venerdì i turni sono dalle 6 alle 12, dalle 12 alle 18 e dalle 18 alle 24, conservando per quest’ultimo turno l’indennità notturna. In questo modo, si “salva” il weekend e il tempo da trascorrere con i propri cari di chi fa il turno di notte del venerdì, che tornerà a casa a mezzanotte e non alle 6 del mattino. Il personale che, per la caratteristica della propria mansione, presta la propria attività a giornata, senza poter usufruire dello smart working, potrà lavorare da lunedì a giovedì dalle 8 alle 14,30, con piccola pausa per il pranzo, e il venerdì finire alle 14. Considerato che la nuova organizzazione lavorativa prevede l’orario continuato, si è ritenuto utile poi proporre ai dipendenti di scegliere se proseguire con la fruizione del pasto veicolato al termine del turno, o, in alternativa, il riconoscimento di un buono pasto del valore di 7 euro per ogni giornata lavorata. La sperimentazione in atto riconosce infine 3 giorni di permesso retribuito all’anno, fruibili anche in ore a chi lavora in produzione, magazzino e manutenzione, e migliora il welfare ampliando la possibilità di utilizzo delle 20 ore annue a disposizione per visite mediche: se fino a poche settimane fa erano riconosciute solo per visite convenzionate con il sistema sanitario nazionale per sè e per i familiari, ora potranno essere utilizzate anche per visite private, oltre che per colloqui con gli insegnanti dei propri figli.

Il commento

«Si tratta di una sperimentazione all’avanguardia - conclude Simona Puzzo della Femca Cisl Belluno Treviso -, frutto di un percorso condiviso che ha visto un serrato confronto fra azienda e lavoratori. È un esempio pratico di come l’esperienza improvvisa e inattesa della pandemia, che ha aperto la possibilità del lavoro agile, mostrandone anche tutta la potenzialità, possa essere utilizzata come volano per strutturare nuovi modelli organizzativi e di orario compatibili con le esigenze sempre più pressanti dei lavoratori e delle lavoratrici di oggi: tempo per sé e per la famiglia, miglioramento dell’equilibrio fra vita lavorativa e privata, non solo per gli impiegati ma anche per chi lavora in produzione».

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