rotate-mobile
Cronaca Mogliano Veneto

Il caso del bambino tolto agli affidatari a Roma in Commisione affidi

E' durata oltre un'ora, lunedì 27 giugno, l'audizione di Giovanni Bonotto, legale della famiglia di Mogliano da cui il piccolo, il 7 giugno del 2021, è stato allontanato dopo quattro anni

E' durata un'ora l'audizione di fronte ai componenti della Commissione Parlamentare sugli affidi di Giovanni Bonotto, legale della coppia moglianese a cui improvvisamente, l'anno scorso, è stato tolto il bambino che stavano per adottare. L'incontro è avvenuto lunedì scorso 27 giugno ed è stato all'insegna delle lamentele nei confronti dei servizi sociali della Uls 2, la cui relazione, originata da una lettera in cui la coordinatrice della scuola (denunciata per calunnia e diffamazione) faceva specifiche accuse a "mamma" e "papà", è finita sul tavolo dei giudici minorili di Venezia, che hanno deciso per l'allontanamento del piccolo.

«Voglio sapere come sta la mia cagnolina...e la nonna, come sta la nonna?» chiedeva il bambino nel corso delle brevi telefonate con i genitori affidatari, che sono state però interrotte, su ordine degli assistenti sociali, lo scorso 15 giugno. «E questo - ha spiegato Bonotto in Commissione - è un segno del legame che dopo quattro anni si era formato». Il legale racconta anche che nell'agosto dello scorso anno il ragazzino, che oggi ha 9 anni, sarebbe sfuggito ai controlli del personale della comunità di Conegliano dove risiede. «Scappato fuori - dice l'avvocato - ha chiesto ad un passante il cellulare e a memoria ha fatto il numero del padre, chiedendogli quando lo venissero a prendere».

«Contestiamo – spiega l'avvocato -  non solo il fatto che il bambino, dopo tante lusinghiere parole della scuola su come i genitori lo stessero educando malgrado i problemi (il bambino ha dei ritardi dell'apprendimento ed è affetto da iperattivismo), sia stato portato via ma anche il modo. Personalmente ho potuto solo vedere una parte della relazione, in cui erano riferiti, oltre alle denunce su presunti maltrattamenti, anche dei dolori la pene, che indubbiamente creano certe suggestioni».

«La tutrice - ha aggiunto Bonotto - ha giudicato la comunità, in cui il bambino viene naturalmente a contatto con ragazzi anche molto più grandi di lui, assolutamente inadatta ad ospitarlo. Eppure da un anno vive lì. Poi, il 3 di giugno, la notizia, che abbiamo letto sulla stampa veneta, secondo cui i servizi sociali avrebbero individuato una nuova famiglia affidataria. E c'è chi ha passato la giornata a piangere».

«Alla Procura di Treviso - ha concluso il legale - chiediamo soprattutto di sapere quale è la ragione che sta dietro al provvedimento di allontanamento, perché ancora non lo sappiamo. L'unica cosa certa è che il responsabile ci ha detto che o accettavamo passivamente la loro decisione o avrebbero portato al magistrato la lettera della scuola con le accuse. Ma questo non è un modo di fare civile».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il caso del bambino tolto agli affidatari a Roma in Commisione affidi

TrevisoToday è in caricamento