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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Montebelluna / via Galileo Galilei

Negozio incendiato, il piromane era l'ex proprietario: arrestato dai carabinieri

L'episodio era avvenuto lo scorso 30 gennaio a Guarda di Montebelluna, in una sartoria di via Galilei. In carcere un ex imprenditore cinese che ha minacciato di morte la moglie dell'attuale proprietario, colpevole di aver collaborato con i carabinieri. Le fiamme hanno rischiato di far saltare in aria una caldaia della palazzina che ospita il negozio

I carabinieri della Compagnia di Montebelluna, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Treviso, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere emessa nei confronti di un cittadino cinese di circa 40 anni ritenuto gravemente indiziato di aver provocato l’incendio di un negozio di proprietà di un connazionale e di avere pesantemente intimidito la coniuge di quest’ultimo, minacciandola di morte se non avesse ritirato le dichiarazioni rese ai carabinieri sulla vicenda.

Il gravissimo episodio era avvenuto nella tarda serata del 30 gennaio scorso all’interno di una sartoria di Montebelluna in via Galilei, nel quartiere di Guarda. I vigili del fuoco intervenuti con i militari dell’Arma montebellunesi, hanno accertato la natura dolosa dell’incendio, vista la velocità di propagazione dello stesso, evidenziando diversi punti di innesco che avevano dato luogo a focolai e ipotizzando che, viste le caratteristiche del materiale combustibile coinvolto (tessuti appunto), erano state utilizzate nella circostanza delle sostanze acceleranti. E' stata accertata anche la gravissima pericolosità dell’occorso, avvenuto in un immobile residenziale di tre piani con dieci appartamenti, che aveva costretto all’evacuazione dei residenti e rischiato di far esplodere una caldaia.

Dagli elementi raccolti durante le indagini sin qui compiute è emerso come vi fossero rapporti molto tesi tra l’indagato, fino a tre anni prima proprietario dell’attività commerciale, e l’attuale titolare, al quale aveva più volte chiesto di riacquistare la licenza dell’esercizio, ottenendone sempre il rifiuto. Le riprese dei sistemi di videosorveglianza della zona e le testimonianze raccolte dai militari dell’Arma hanno consentito di raccogliere gravi indizi a carico del cittadino cinese che è stato accompagnato presso il carcere di Treviso, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

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