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Cronaca San Zeno / Strada Terraglio

Prostituzione tra Treviso e Mestre, sgominata banda di sfruttatori

L'operazione all'alba di martedì. Gli arresti, otto, sono avvenuti nel Veneziano, nella Marca e in provincia di Vicenza al termine di indagini iniziate nel 2012

Blitz anti-prostituzione, nelle prime ore di martedì, nelle province di Venezia, Treviso e Vicenza.

Decine di agenti delle squadre mobili dei territorio interessati hanno eseguito otto ordinanze di custodia cautelare, al termine di una lunga indagine sullo sfruttamento della prostituzione coordinata dalla magistatura veneziana.

A finire nel mmirino della magistratura sono stati D.R. di 37 anni (il capobanda), A. B. di 42, V.M.di 21anni, F.A. di 28, I.G. di 28 e V.C. di 33, tutti romeni.

LE INDAGINI - Gli arresti sono il frutto dell'attività investigativa iniziata nel settembre 2012, che nel corso dei mesi ha portato a galla l'esistenza di un sodalizio criminale romeno-albanese che "reclutava" nei distretti romeni di Galati e Iasi ragazze appena diciottenni, che con la promessa di una futuro roseo nell'Eldorado italiano venivano portate in alcuni appartamenti e B&B di Mestre, Treviso e Vicenza, e poi costrette a vendere il loro corpo sulle strade del Veneto.

A monte delle indagini episodi di violenza e percosse da parte degli indagati nei confronti di un trans e di una lucciola, che non rientravano sotto la loro "tutela", lungo il Terraglio tra Treviso e Mestre. Le "intruse" venivano malmenate e poste di fronte a una scelta: andarsene o pagare una sorta di pizzo, 50 euro a sera.

STRACCI - Alle "loro" ragazze, però, non andava meglio. Obbligate a non intrattenersi con i clienti per più di dieci minuti, venivano trattate come stracci dai loro sfruttatori, che così si riferivano a loro nelle conversazioni intercettate dagli inquirenti.

"Mi è scappato uno straccio - diceva uno degli sfruttatori in occasione della fuga di una 21enne incinta - Cercatela dappertutto, anche oltre confine". "Voglio altri stracci da mettere sulla strada", chiedeva poi ai "reclutatori" romeni.

Dall'inizio delle indagini a oggi, gli agenti hanno identificato circa una ventina di ragazze che, tra l'altro, erano costrette ad assecondare alcuni titolari di agenzie immobiliari, al fine di agevolare la locazione degli appartamenti, che oltre a rappresentare basi logistiche costituivano luoghi dove si potevano consumare le prestazioni sessuali con una consistente maggiorazione del prezzo per i clienti.

DUE LATITANTI - Per cercare di sfuggire ai controlli e pagare gli uomini che, in Romania, provvedevano a procacciare le giovani schiave, la banda inviava quotidianamente denaro oltre confine (in media 7mila euro al giorno) tramite agenzie di money transfer.

Degli otto indagati, tre sono stati arrestati, a tre (gli accompagnatori delle ragazze dagli appartamenti alla strada) è stato imposto il divieto di dimora nelle province di Treviso e Venezia, mentre due sono tutt'ora latitanti.

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