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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Violenza in città, Conte: «Famiglie da coinvolgere per mancata vigilanza»

Il sindaco di Treviso torna sulla proposta di integrare il Decreto Caivano istituendo il servizio civile obbligatorio per i ragazzi colpiti da daspo o ammonimento del Questore. Le reazioni: «Giusto, ma il Governo ha tagliato due terzi dei fondi»

«Credo fortemente nella necessità di introdurre il servizio civile obbligatorio per i minori che abbiano posto in essere atti di violenza o altri illeciti a danno della comunità». Il sindaco di Treviso Mario Conte torna anche oggi, martedì 9 aprile, sulla proposta del servizio civile obbligatorio per i giovanissimi dai 12 ai 17 anni, responsabili di atti di violenza in città.

«Una possibilità potrebbe essere quella di integrare il Decreto Caivano, che già prevede interventi di prevenzione e contrasto alla delinquenza giovanile, per fare sì che i percorsi di rieducazione e la collaborazione a titolo gratuito con enti no profit siano previsti laddove i minori siano destinatari dell’ammonimento da parte del Questore e Daspo Urbano, anche coinvolgendo le famiglie sanzionate per mancata vigilanza. Queste sono infatti situazioni in cui emerge la pericolosità sociale e in conseguenza delle quali è necessario un percorso rieducativo concreto e duraturo, che faccia capire a questi ragazzi il significato del vivere sociale e del rispetto delle regole e del prossimo. Mi impegnerò, e con me anche altri sindaci e amministratori che si trovano a fronteggiare lo stesso problema, affinché questa proposta giunga sul tavolo del Governo». 

Il commento

Alle parole di Conte ha risposto il portavoce di Coalizione civica per Treviso, Luigi Calesso: «Non capisco se il sindaco si riferisca a tutti i ragazzi o solo ai colpevoli di aggressioni o altri comportamenti violenti ma è certo che il Governo Meloni ha tagliato i fondi del servizio civile di due terzi per il 2024, portandoli da 311 a 110 milioni di euro, una misura che ha comportato la riduzione del 27% dei posti disponibili. In Veneto, ad esempio, sono 422 in meno i posti disponibili per la partecipazione al servizio civile e la riduzione del numero dei progetti finanziati incide negativamente sulla disponibilità dei ragazzi a parteciparvi perché molte volte non sono più disponibili i progetti a cui volevano partecipare o i luoghi in cui potrebbero svolgere il servizio sono molto lontano dalla loro residenza. Il taglio drastico dei finanziamenti - continua Calesso - crea una spirale negativa che, dalla riduzione dei posti, porta anche alla diminuzione dell’interesse dei ragazzi per il servizio civile. Ovviamente, la minore disponibilità di ragazzi nel servizio civile comporta la riduzione o l’annullamento dei servizi da loro svolti, siano essi quelli di trasporto di persone con disabilità, di integrazione dei richiedenti asilo, di sostegno agli anziani. Il danno, quindi, non riguarda solo i ragazzi ma numerose fasce deboli della società. In queste condizioni, frutto non di un destino “cinico e baro” ma della scelta di definanziamento operata dal Governo, non si capisce come il servizio civile potrebbe essere “ampliato” per accogliere le istanze del sindaco Conte. Mi pare utile che il sindaco - conclude Calesso - intervenga presso il Governo perché il taglio devastante di fondi al servizio civile venga annullato in modo da poter avere qualche speranza che la sua proposta di “obbligatorietà” trovi qualche speranza di essere concretizzata, una volta che sarà delineata con un po' di precisione in più».

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