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Cronaca Susegana

Farmaci alterano i dati dell'alcol test, calciatore assolto con formula piena

Il giovane, che al tempo militava nella Eclisse Careni Pievigina, era stato ad allenarsi imbottito di farmaci e poi si era recato presso un locale vicino dove aveva bevuto del vino mentre stava cenando

I due risultati dell'alcol test erno chiarissimi: 1,03 alla prima prova, 0,96 alla seconda. Così un automobilista 30enne è finito nei guai, denunciato per guida in stato di ebbrezza. Ma al processo con cui si è opposto ad un decreto penale di condanna l'uomo è stato assolto con formula piena. Il motivo? Era imbottito di farmaci per riuscire ad allenarsi con la sua squadra di calcio.

Si è conclusa così una lunga battaglia legale iniziata il 3 febbraio del 2017 quando una pattuglia dei carabinieri lo ha "pizzicato" al volante, durante un controllo di routine, evidentemente con un livello troppo alto di alcol nel sangue. Il giovane, che al tempo era un calciatore della Eclisse Careni Pievigina, quella sera era stato ad allenarsi e poi, al termine della sessione di lavoro quotidiana, si era recato presso un locale vicino dove aveva bevuto del vino mentre stava cenando. Quanto? Secondo gli esami abbastanza per essere fuori dalla norma. «Non è vero - ha ribattuto l'automobilista - ne ho consumato solo un bicchiere mentre stavo mangiando. Il dato dell'alcol test è impossibile, non me lo spiego».

Il giovane riceve un decreto penale di condanna di 1.300 euro, di cui 750 in sostituzione di 10 giorni di arresto. Ma, evidentemente certo di quello che era effettivamente successo, il 30enne decide di opporsi, affidandosi all'avvocato Fabio Capraro.
Le certezze del ragazzo nascevano da una circostanza precisa: in quei giorni si era ammalato e stava prendendo dei farmaci che li consentissero comunque di allenarsi con il resto della squadra. E non solo si era imbottito di medicine prima di recarsi sul campo ma aveva continuato a prenderle durante il pasto che aveva consumato quella sera.

A processo è stato sentito anche un compagno di squadra che ha confermato per filo e per segno le circostanze. «So che prendeva dei farmaci - ha detto - e ne ha assunti anche durante il dopo allenamento quando siamo stati in un locale a mangiare qualche cosa». La difesa inoltre si è avvalsa del perito Giorgio Marcon, che a dibattimento ha messo in luce tutte le criticità del tipo di etilometro usato quella sera.
Tanto è bastato al giudice Umberto Donà per emettere la sentenza di totale discolpa del calciatore: la misurazione risentiva dell'effetto dei farmaci che però, senza un esame del sangue, non poteva essere rilevata.

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