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Cronaca Castelfranco Veneto

Taglieggiava imprenditori cinesi, ex brigadiere finisce davanti al giudice per l'udienza preliminare

Giuseppe Alù, 57enne ex carabiniere adesso in congedo, comparirà domani, giovedì 13 gennaio, insieme alle altre quattro persone (più una delle presunte vittime, di nazionalità cinese) di frointe al gup Marco Biagetti. L'uomo farà richiesta di patteggiare una pena inferiore ai quattro anni

Avrebbe taglieggiato una ventina di imprenditori, tutti cinesi, della zona di Castelfranco, insieme a quattro altri commilitoni, oltre a farsi dare soldi da automobilisti con la scusa di chiudere un occhio sulle infrazioni. Giuseppe Alù, 57enne brigadiere dei carabinieri adesso in congedo, comparirà domani, giovedì 13 gennaio, insieme alle altre quattro persone (più una delle presunte vittime, di nazionalità cinese) davanti al gup Marco Biagetti per l'udienza preliminare nel procedimento che lo vede accusato di concussione. L'uomo, difeso dall'avvocato Luca Dorella, farà domanda di patteggiamento (a meno di quattro anni). Nel capo di imputazione a suo carico risulta anche il reato di furto in quanto avrebbe rubato alcuni elettrodomestici e del caffè.

Secondo gli inquirenti Alù avrebbe preteso denaro da imprenditori, gestori di pubblici esercizi e commercianti, tutti cinesi, minacciandoli di far eseguire controlli che avrebbero fatto chiudere le loro attività. Tra le vittime però ci sarebbe anche un noto imprenditore italiano della zona, "pizzicato" al volante in stato d'ebrezza e a cui il carabiniere avrebbe chiesto, facendoseli in effetti dare, trecento euro per non effettuare l'esame dell'etilometro. Il militare avrebbe raccontato agli inquirenti, durante il primo degli interrogatori, che avrebbe preso di mira i cinesi perché si tratta di una comunità chiusa verso l'esterno. Quindi avrebbe contato di poter agire indisturbato facendo leva sulla omertà delle vittime.

Uno dei coimputati sarebbe stato il militare che, raccontando quello che succedeva ad uno dei superiori, ha fatto scattare le indagini, partite nella primavera del 2018. Alù, che è stato anche agli arresti domiciliari, chiedeva ai cinesi un "pizzo" che poteva arrivare anche a 800 euro a visita.

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